Tra gli scaffali

a cura di Raffaele Iaria

Benedetto XVI, “Il Papa del coraggio”

 

Ora che ha compiuto 90 anni, è il momento giusto per riscoprire la grandezza umana e spirituale del Papa emerito Benedetto XVI. Un volume di Mimmo Muolo, vaticanista del quotidiano “Avvenire” ci propone un saggio accurato che parte dalla data storica dell’ 11 febbraio 2013 quando Benedetto XVI annuncia la sua decisione di rinunciare al Soglio pontificio. Un momento storico per la Chiesa e per il mondo. Ma anche l’occasione per guardare finalmente con occhi nuovi a un Pontefice che i media hanno spesso presentato con vecchi stereotipi. Un Papa del coraggio, a partire proprio dal suo gesto più coraggioso: la rinuncia. Sette anni, dieci mesi e nove giorni. È la durata del pontificato, che questo libro – pubblicato in prossimità dei 90 anni del Papa emerito, 16 aprile 2017 – esplora nelle sue coordinate fondamentali. Da un lato il confronto con il mondo laico, al quale il Pontefice ha rivolto un pressante appello ad allargare la razionalità e a vivere «come se Dio ci fosse». Dall’altro la questione della fede, posta con forza all’interno della Chiesa come strumento indispensabile per quel confronto e per un nuovo annuncio del Vangelo. Prendendo le mosse dalla sorprendente rinuncia, Muolo  delinea un ritratto originale di Joseph Ratzinger, mostrando la grande distanza tra il «Papa reale» e quello «percepito». Un Papa dalle scelte coraggiose, il cui insegnamento non va dimenticato.



Mimmo Muolo, Il Papa del coraggio. Un profilo di Benedetto XVI, Ancora



Arte e baratto



Questo volume di Bruno Morelli ha lo scopo di approfondire la conoscenza della storia e della cultura romanì. Per farlo, l’autore analizza tre segmenti cruciali: la storia, l’arte e l’economia. Temi scarsamente trattati in precedenza ma tuttavia fondamentali nella ricostruzione di un’identità spesso relegata ad ambiti esclusivamente sociologici. Unica nel suo genere, l’etnia zingara è trasversale antropologicamente a molte civiltà con le quali è venuta in contatto e con le quali ha convissuto e interagito per molti secoli. Tracce di questi processi sincretici sono rinvenibili tutt’oggi nei rituali, nelle lingue e nell’arte di molti paesi. “Gente del mondo” il cui cammino si insinua tra le pieghe della storia in senso esteso, a volte con ruoli da protagonista. Affonda le proprie radici nella terra di tanti popoli traendo linfa dalla medesima “madre”, così da preservare se stessa e assomigliando a tutti, si legge nella quarta di copertina del volume.



 Bruno Morelli, Athìnganos-Zingari. Arte e baratto, Anicia



Un uomo dal cuore d’oro



Flaminia Morandi, in questo volume, ripercorre la vita (1916-1983) del ricco industriale di Milano, Marcello Candia,  che ha dato tutto ciò che aveva per i poveri dell’Amazzonia e di cui è ora in corso la causa di Beatificazione. Nel 1965, dopo aver liquidato l’attività, si trasferisce a Macapà, in Brasile, dove costruisce un ospedale poi donato ai Camilliani per garantirne la continuità dopo la sua morte. Successivamente si trasferisce a Marituba, dove si dedica alla cura dei lebbrosi. Nel 1982 istituisce la Fondazione Dottor Marcello Candia, tuttora operante. Nel 1983 rientra malato dal Brasile e muore a Milano il 31 agosto.



Così lo descrive il giornalista Robi Ronza: “Un uomo che, preso per mano dal Signore, ha percorso strade tanto lontane e diverse da quelle cui sarebbe parso destinato, dando testimonianza eroica di carità, ma senza tuttavia cessare di essere l’uomo che era”. Ed Enrica Lombardi, cara amica di Candia, come lui industriale e missionaria: “Io lo vedevo molto innamorato di Dio. E anche quando parlavo con lui, i suoi tratti di amore, di gentilezza che adoperava con gli altri, secondo me, li viveva con il Signore, perché non si può essere grossolani con il prossimo e fini con il Signore. Era tutt’uno. Aveva coscienza che Dio è Padre, che ci aiuta. Che in lui siamo tutti fratelli”.



Il libro, con uno stile agile e profondo, mette in rilievo le innumerevoli attività e soprattutto la statura umana e spirituale di Candia. “La radicalità” con cui Marcello Candia ha scelto di vivere il Vangelo “mette assolutamente in crisi il nostro modo di vivere la fede”, disse il cardinal Carlo Maria Martini – che l’aveva conosciuto – aprendo l’inchiesta sulla vita, virtù e fama di santità di questo Servo di Dio, dichiarato Venerabile da papa Francesco nel 2014. Come Candia amava dire: “Non sono io che ho dato qualcosa, ma loro, i poveri, che danno a me”.



Flaminia Morandi, Marcello Candia. Un uomo dal cuore d’oro, Paoline