Lanciano – A chi si illude di gestire i fenomeni migratori brandendo lo slogan «Prima gli italiani», gli studenti del liceo linguistico “De Titta-Fermi” di Lanciano (Chieti) rispondono con il progetto «Prima l’italiano». Perché parlare la stessa lingua è già un passo importante verso l’integrazione e un potente antidoto contro chiusure, muri e discriminazioni.
Da qui ha preso le mosse il programma di alternanza scuola-lavoro dell’istituto superiore abruzzese, che coinvolge quattro studenti di 4^ in qualità di tutor di 24 giovani migranti ospitati nel Centro di accoglienza speciale di Villa Elce. Si tratta di giovani, tutti maschi, tra i 18 e i 35 anni, provenienti da Gambia, Mali, Bangladesh e Pakistan, arrivati in Abruzzo chi dopo la traversata del Canale di Sicilia e l’approdo a Lampedusa e chi lungo la rotta balcanica, con arrivo a Otranto e Brindisi.
Dal 4 aprile e fino alla fine dell’anno scolastico, ogni martedì e venerdì pomeriggio, nelle aule del “De Titta-Fermi” gli studenti terranno lezioni di Italiano di un’ora e mezza agli immigrati. Due le classi attivate (a seconda della lingua veicolare da adottare a lezione: inglese o francese) per un totale di quaranta ore. «L’idea di attivare una scuola di Italiano per stranieri, nasce in risposta a una domanda forte emersa dagli stessi ragazzi ospitati nel Centro, che hanno manifestato la volontà di imparare la nostra lingua e conoscere la nostra cultura», spiega Ileana di Giacomo, responsabile del progetto, promosso dall’associazione di volontariato LancianoLab Onlus, in collaborazione con il Comune di Lanciano, il Consorzio Matrix, che gestisce la struttura di accoglienza e la Prefettura di Chieti.
Tra le finalità dell’iniziativa, condivise da istituzioni e volontari, c’è la creazione di «una mentalità più aperta, una reciproca integrazione e un interscambio culturale». Inoltre, l’apprendimento della lingua italiana, in questo contesto, è considerato «funzionale» perché diventa «strumento indispensabile» per «stabilire rapporti significativi all’intero della società» e un ulteriore «stimolo» alla conoscenza della comunità che ha accolto i migranti.
A questo proposito, il progetto, che si inserisce all’interno delle iniziative di “Un ponte verso l’integrazione», prende a riferimento i livelli di competenza linguistico comunicativi proposti dall’Unione Europea con il Quadro comune di riferimento per le lingue (Qcer). Due i livelli da raggiungere: A1 (di contatto) e A2 (di sopravvivenza).
«Ci auguriamo – sottolineano i responsabili di LancianoLab Onlus – di portare tra i banchi di scuola non solo dei ragazzi stranieri, ma la curiosità di conoscere le loro storie, le loro lingue e le loro culture, per poter abbattere la paura del diverso e i pregiudizi ad esso legati. L’ambizione è quella di educare alla curiosità, alla conoscenza e alla tolleranza, attraverso la scuola, agente principale dei processi educativi. Insomma: “Prima l’italiano” perché crediamo che attraverso la lingua avvenga la conoscenza, e attraverso la conoscenza possano essere sconfitti i pregiudizi». (Paolo Ferrario)