“Noi, nati a vita nuova nella veglia del Risorto”

Rimini – «Non ero mai stato in Chiesa in vita mia. Grazie all’amicizia con il professore di religione e i compagni di classe nel dicembre 2015 ho partecipato ad una veglia di preghiera dell’Azione cattolica giovani a Morciano. Grazie a loro pian piano ho capito che mi sarebbe piaciuto vivere la fede attraverso esperienze e condivisione». 17 anni da compiere tra poco, studente del Liceo Scientifico a Riccione, Emanuele Veliu è originario di Valona, Albania. In Italia è sbarcato all’età di 6 anni, viene da una famiglia dove non è mai stata professata e praticata alcuna religione: nella Veglia di Pasqua ha ricevuto Battesimo, Comunione e Cresima. Al suo fianco i padrini: don Massimiliano, Lorenzo, uno dei suoi educatori, ed Elia, un compagno di classe «che considero un fratello». «Don Massimiliano è stato decisivo con il dialogo e con il tempo che mi ha dedicato, gli amici hanno dato spazio alla mia curiosità e mi hanno dato fiducia. Nel settembre 2016 ho vissuto l’esperienza del campo scuola di AC, durante il quale il don mi ha dato la possibilità di vivere la confessione e mi ha chiesto se avessi voluto diventare cristiano. Un momento forte ed emozionante. Al ritorno a casa, non ci ho pensato due volte: mi sentivo chiamato dal Signore». Emanuele ha intrapreso anche il cammino da animatore-educatore Acr. «Il desiderio di diventare cristiano nasce perché nella fede e nella speranza che mi porto nel cuore ho trovato tante certezze. Non mi accontento di una felicità con la f minuscola, ho sete di verità e pienezza. Ho vissuto tanti momenti bui, come ad esempio la perdita di una sorella all’età di 9 anni, che però ho trasformato in momenti di luce: ci è voluto tempo, ma ho capito che ogni cosa è inserita in un progetto più grande di noi». Emanuele è un esempio di come la porta della fede sia sempre aperta. Non c’è età per intraprendere un percorso di fede e di iniziazione cristiana. Lo dimostrano gli altri 28 catecumeni ai quali il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi ha conferito i sacramenti dell’iniziazione cristiana in occasione della Veglia pasquale (l’anno precedente furono ‘solo’ 12), in Basilica Cattedrale a Rimini. I più giovani, A. ed M. han 14 anni, la più matura è D., 48 anni. Giovani e adulti di sei diverse nazionalità: Albania, Cuba, Brasile, Kurdistan, Marocco, Russia, Scozia e Italia. In viaggio dalla Russia, D. è stata folgorata da una esperienza in San Pietro e tornata a casa il desiderio di far parte della comunità italiana e cristiana le è cresciuto nel cuore, custodito e assecondato dalla comunità parrocchiale di San Gaudenzo. Katie in- vece è originaria della Scozia ma abita in Italia da 10 stagioni. Tra un esame e l’altro di Lingue e Letterature Straniere, si è incamminata sulla ‘buona strada’ con gli scout di Roncofreddo. «Capivo che c’era qualcosa di più grande e di più forte di me, dovevo riconoscerlo». Durante un anno di stop dalla vita scout, Katie ha avvertito un vuoto dentro: «pensavo fosse la mancanza dei miei compagni, del gruppo, delle iniziative. Una domenica a Messa ho compreso: era Gesù che mi mancava». Katie ha così abbracciato due scelte decisive: è entrata nella comunità capi scout e ha chiesto di iniziare il cammino verso i sacramenti, percorso sbocciato nella Veglia di Pasqua. La sfida ora prosegue. «È quella dell’accompagnamento dei catecumeni e degli adulti che riscoprono la fede da parte di comunità vive, rappresentate da catechisti laici – assicura il responsabile diocesano del catecumenato per adulti, don Giuseppe Vaccarini –. Essi si coinvolgono in prima persona nel cammino delle persone loro affidate anche oltre il tempo del catecumenato». (P.Guiducci)