Roma – Parlare delle migrazioni e dello spostamento delle persone con “competenza e serietà per superare finalmente un’informazione allarmistica ed ideologica del fenomeno, che troppo spesso dimentica il popolo dei migranti, 5 milioni, per fermarsi ad esasperare alcuni casi”. E’ quanto ha chiesto Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, intervenendo questa mattina alla presentazione del Rapporto del Centro Astalli 2017. Nello specifico, poi, dei richiedenti asilo, “non siamo – ha spiegato – di fronte a un’invasione del nostro Paese (siamo stati sia l’anno scorso che quest’anno intorno a 3 richiedenti asilo ogni mille abitanti), ma siamo di fronte a un momento di grande sofferenza del mondo in cui il numero dei conflitti (di cui la nostra parte di mondo ha la sua responsabilità sia nella creazione che nella mancata gestione) e il numero di spostamento forzato di persone per cambiamenti climatici è davvero molto elevato. Sarebbe ingenuo – ha detto il Segretario Generale della CEI – pensare che tutti questi spostamenti forzati di persone in fuga da guerre e conflitti e da cambiamenti climatici, sempre più numerosi, violenti ed imprevisti, non abbia una ricaduta anche in Europa e in Italia; e non saranno i controlli alle frontiere a fermare le persone in fuga, che sono state obbligate a spostarsi; né saranno sufficienti occasionali e sporadici corridoi umanitari non condivisi e costruiti dentro un sistema europeo”.
I volti dei migranti, siano essi costretti a mettersi in viaggio per la fame e la sete, la guerra e i disastri ambientali, perseguitati politici o religiosi e vittime di tratta, chiedono – ha concluso – una “comunità attenta ad ‘accogliere’, tutelare’, ‘promuovere’, ‘integrare’. Sono i quattro verbi che papa Francesco ha usato parlando a un seminario internazionale su ‘Migrazioni e pace e che, ci auguriamo, possano segnare l’impegno di tutti”. (R.I.)