Mci Stoccolma: il nostro pensiero va alle vittime e ai feriti di questo “atto inumano”

Stoccolma – Stoccolma, questa mattina si e svegliata “diversa” da ieri. Quattro morti e 15 feriti, il bilancio di quel tremendo pomeriggio di ieri in cui un TIR ha travolto la folla che passeggiava in una delle zone pedonali più conosciute della città. “Quello che e successo – dice il responsabile della Missione Cattolica Italiana, mons. Cesare Furio,  é “tremendo e nello stesso tempo difficile da accettare. Se poi aggiungiamo che probabilmente si tratta di un attacco terroristico, ci si sente inermi e pieni di rabbia”. 

Il tempo si ferma e la gente “incredula” e “sotto shock” si domanda ”Che ti avevo detto”? E raccontano nelle loro interviste che “non si meravigliano di ciò che é successo. Sembra quasi che ci si aspettava un fatto del genere ma nessuno lo desiderava. Non conosciamo – aggiunge il sacerdote a www.migrantesonline.it – ancora i motivi di questo attacco, sappiamo solo che nella tarda serata di ieri sera, in un sobborgo di Stoccolma, a Märsta, è stato arrestato un 39enne di origine del Kirghistan, padre di 4 figli, con regolare permesso di soggiorno e operaio presso un cantiere edile. La polizia fa sapere questa mattina che molti indizi fanno pensare che sia l´autista del TIR ed il responsabile dell´attentato; ma occorre aspettare per saperne di più, la polizia è molto riservata nel rilasciare dichiarazioni a proposito”. Per mons. Furio una cosa è “certa, la grande solidarietà degli abitanti di Stoccolma nei confronti di chi non riusciva a tornare a casa ieri sera, l´impegno delle forze di polizia e dei medici, molte volte elogiati per il loro tempestivo intervento, un popolo che unito nella difesa della propria libertà si interroga ancora: come poteva succedere una cosa del genere qui in Svezia”? Il “nostro pensiero – conclude – va alle vittime e ai feriti di questo atto ignobile e inumano, ai loro cari e a tutto il popolo svedese”.

In Svezia vivono circa 12mila italiani: nel 2015 sono stati circa 700 gli italiani che hanno portao la loro residenza.  (R.Iaria)