Palermo – Offrire cultura e futuro ai ragazzi migranti che arrivano in Sicilia, per innescare un meccanismo virtuoso e gettare le basi per una reale inclusione. È l’obiettivo della nuova associazione “Mediterraneo, Sicilia, Europa”, fondata dall’economista catanese Maurizio Caserta, assieme ad Aldo Premoli ed Emma Averna, per provare a incidere, in virtù del principio di sussidiarietà orizzontale, negli spazi lasciati liberi da istituzioni spesso assenti. Si comincia con i minori stranieri non accompagnati, ospiti troppo a lungo dei centri di prima accoglienza.
In un rapporto di grande collaborazione con l’istituto comprensivo Enrico Mattei di Gela, guidato dalla preside Agata Gueli, è stato possibile avviare un percorso formativo per circa 50 ragazzi africani tra i 14 e i 15 anni, inseriti nel centro gestito dalla cooperativa Tu come me, grazie a una borsa di studio della Fondazione Sicilia.
«Dovevamo trovare un modo per farli andare a scuola per provare a dare un’organizzazione virtuosa alla loro giornata – racconta Emma Averna – Abbiamo avviato un modulo formativo calibrato sulle lingue che conoscono, francese e inglese. In questi tre mesi impareranno l’italiano, poi saranno pronti a prepararsi per conseguire un titolo di studio. I corsi sono cominciati da meno di un mese e notiamo già cambiamenti straordinari, sono felici di avere questo appuntamento fisso ogni giorno».
È il primo passo. L’associazione vuole contribuire al superamento delle discriminazioni di ogni tipo attraverso pubblicazioni, centri studio, convegni, conferenze e borse a sostegno della formazione scolastica per minori residenti e migranti. Il senso lo spiega il professor Caserta dell’Università di Catania: «L’Europa è a un bivio. Ripensarsi, rifondarsi e crescere. O dividersi e distruggersi. La seconda strada è breve e diretta. La prima, lunga e tortuosa. Ma vitale. Non vi è dubbio dunque su quale va percorsa. Nello scenario globale l’Europa rischia di soccombere se non riprende autorevolezza e forza. Ma queste possono venire solo da una nuova stagione di responsabilità». (A. Turrisi)