Migrantes: oggi la presentazione del volume sui profughi ambientali

Roma – Sono 27,8 milioni le persone sfollate nel 2015 secondo i dati del Internal Displacement Monitoring Centre e del Norwegian Refugee Council, di cui la maggior parte – 19,2 milioni – per disastri naturali. Numeri importanti che impongono all’agenda politica e alla comunità scientifica una riflessione attenta e comune. Se l’Accordo sul clima di Parigi mostra che nei confronti dell’ambiente cresce la consapevolezza che bisogna agire e che “ognuno deve fare la sua parte”, resta un vulnus importante sulla questione che riguarda le principali vittime del degrado ambientale e del cambiamento climatico, i poveri. Milioni di esseri umani che ogni anno si mettono in cammino – spesso all’interno dei confini nazionali – per fuggire a eventi catastrofici chiedono l’attenzione internazionale e quella religiosa per definire il loro presente e costruire il loro futuro. Chi fugge dal proprio Paese a causa di cambiamenti climatici o per il progressivo degrado ambientale o per disastrasti violenti ed improvvisi non è riconosciuto come rifugiato né dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e né dal Protocollo di New York del 1967, è senza una tutela specifica nella maggior parte dei casi (Italia, Stati Uniti e pochi altri Paesi prevedono nella legislazione una forma di protezione) e viene considerato come un migrante economico. Quale futuro allora per i profughi e i rifugiati ambientali?

È di loro che parla il volume “Senza casa e senza tutela. Il dramma e la speranza dei profughi ambientali” (Tau editrice nella collana Quaderni Migrantes) scritto da Carlotta Venturi e che sarà presentato oggi all’Università Gregoriana di Roma. Alla presentazione, moderata da p. JacquineauAzetsop, Decano della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università, interverranno  p. Michael Czerny e p. Fabio Baggio, sottosegretari del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Mons.  Gian Carlo Perego, Direttore generale della  Fondazione Migrantes e l’autrice del volume Carlotta Venturi che nel volume, sulla scia della Dottrina Sociale della Chiesa, invita a riflettere su una crisi etica e culturale – da cui deriva anche la crisi ecologica – sostenendo la necessità di una svolta antropologica, di un “rinnovato interesse dell’umanità per l’umanità”, contro l’indifferenza e l’individualismo che stanno uccidendo il Pianeta. “Milioni di essere umani, scrive nella presentazione del volume il direttore della Fondazione Migrantes, Mons. Perego, che ogni anno si mettono in cammino – spesso all’interno dei confini nazionali – per fuggire a eventi catastrofici chiedono l’attenzione internazionale e quella religiosa per definire il loro presente e costruire il loro futuro”. (R. Iaria)