Corridoi umanitari per i rifugiati in Spagna

Madrid – “Aprire corridoi umanitari per i rifugiati”: è quanto ha chiesto al governo la Conferenza episcopale spagnola per far fronte alle innumerevoli richieste di ingresso nella penisola iberica. I presuli sono fermamente convinti che l’ospitalità sia la strada percorribile e chiedono di attuare “l’unica soluzione che funziona”: i corridoi umanitari già sperimentati in altri paesi europei. In Italia, per esempio – sostengono i presuli spagnoli – si sono riusciti a portare più rifugiati rispetto alla stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione europea. La Spagna, come l’Italia e la Grecia, è uno degli approdi delle migliaia di profughi che giungono da Libia, Siria, Iraq e da molti altri paesi africani.

Nelle ultime settimane, sia il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid, sia il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, hanno pubblicamente espresso l’urgente necessità di provvedimenti efficaci a sostegno di chi si trova in condizioni di bisogno.

Di recente, il cardinale Osoro Sierra ha avuto l’opportunità di visitare a Roma alcuni centri di accoglienza per rifugiati e si è convinto che l’idea dei corridoi umanitari sia valida. Secondo il porporato, per il governo spagnolo si tratterebbe di un’iniziativa sicura e conveniente dal punto di vista economico. Dopo aver acquisito tutte le informazioni necessarie, i presuli iberici hanno scritto una lettera all’esecutivo guidato da Mariano Rajoy nella quale chiedono di discutere la fattibilità di attuare i corridoi umanitari. I primi incontri, tra vescovi e rappresentanti del governo – si legge sul sito Religión Digital, ripreso dall’Osservatore Romano – inizieranno nel prossimi giorni.

Tra i principali obiettivi dei corridoi umanitari vi è quello di evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti; impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini; concedere a persone in condizioni di vulnerabilità, come donne sole con bambini, un ingresso legale con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.