Roma – “Giustamente il sindaco fa riferimento a un recente accordo tra Ministero dell’Interno e ANCI che prevede che nei Comuni dove si attivi uno SPRAR, gradualmente e in maniera proporzionale, si arrivi alla chiusura dei CAS. L’accordo tra Ministero dell’Interno e ANCI giustamente va nella direzione di una responsabilità di tutti i Comuni per un’accoglienza diffusa sul territorio nazionale di mediamente tre migranti ogni mille abitanti, che può certamente evitare grandi concentrazioni numeriche in pochi Comuni e, al tempo stesso, favorire un inserimento sociale e culturale dei richiedenti asilo”. A dirlo è il direttore generale della Fondazione Migrantes commentando la notizia del sindaco di Vitulano, nel Sannio, che ha detto no a nuovi arrivi di migranti ed emesso un’ordinanza che impone un blocco fisico (con un cumulo di terra) all’unica strada di accesso. Successivamente raggiunge un’intesa con la Prefettura sul numero
dei rifugiati da accogliere (da 34 a 12), il blocco viene rimosso, e alla fine giunge anche la decisione del prefetto di chiudere la struttura privata.
Per Mons. Perego “Il problema vero, però, è che il passaggio da 150.000 accoglienze nei CAS e nei CARA dei richiedenti asilo agli SPRAR, dove oggi sono accolti 23.000 richiedenti asilo e rifugiati, ha bisogno di tempi certamente non brevi. Pertanto, era importante spiegare ai sindaci, compreso quello di Vitulano, che prima di arrivare a questo regime virtuoso fosse necessario che dai meno di 1.000 comuni con uno SPRAR si passasse a tutti gli 8.000 Comuni. Più comunicazione istituzionale, anche in questo caso non sarebbe stata inutile, soprattutto per i richiedenti asilo che ne hanno fatto le spese e si sono sentiti rifiutati”. (R. Iaria)