Washington D.C. – Dopo la sconfitta in tribunale, Donald Trump si appresta a firmare un nuovo decreto che renda più difficile l’ingresso negli Stati Uniti ad alcune categorie di persone. Nel frattempo, il governo Usa ha già cominciato a mettere in atto un altro ordine esecutivo, con il quale il Presidente Usa ha promesso di deportare tre milioni di immigrati senza documenti. Nell’ultima settimana sono state infatti «migliaia gli arresti in centinaia di raid in almeno sei Stati» da parte degli uomini dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE). Le operazioni, che secondo le autorità sono dirette contro criminali, hanno coinvolto in realtà anche migranti irregolari senza precedenti penali e con figli in possesso di cittadinanza statunitense – un gruppo che l’Amministrazione Obama aveva protetto dall’espulsione.
Il decreto del 25 gennaio scorso del nuovo capo della Casa Bianca amplia invece enormemente le linee guida inviate da Washington agli agenti dell’immigrazione sulle categorie da arrestare con urgenza. Oltre ad aver seminato paura nelle comunità di migranti, i raid hanno provocato un esodo di richiedenti asilo verso il Canada, raggiunto spesso a piedi attraversando campi innevati.
Ieri il Presidente Usa ha anche ribadito la sua determinazione a costruire il muro al confine con il Messico, respingendo le stime dei media che il suo costo sarà ben più alto delle previsioni della Casa Bianca.
Trump sabato ha però riservato le sue più velenose invettive via Twitter alla magistratura federale, colpevole di aver sospeso il suo stop all’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sette Paesi islamici e dei rifugiati. «Il nostro sistema legale è a pezzi!», ha scritto il neo-presidente. Il capo dello staff della Casa Bianca, Reince Priebus, ha insistito che un appello alla Corte Suprema resta possibile, ma il presidente si è detto impaziente di ribadire il suo bando con un nuovo decreto. (Avvenire.it)