Città del Vaticano – “Nell’ecumenismo, il dialogo richiede la fiducia e la capacità di guardare l’altro attraverso il prisma della fede e impone la rinuncia a ogni forma di sospetto e di competizione. Nelle condizioni della società odierna, il dialogo ecumenico sollecita una maggiore apertura alle esigenze del mondo di oggi, in particolare l’impegno congiunto per la soluzione dei conflitti e per la costruzione delle relazioni basate sull’amore e sul riconoscimento della pari dignità di tutti i figli di Dio”. E’ quanto scrive il card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in un messaggio ai partecipanti al Forum Europeo delle Organizzazioni Cristiane per la Pastorale dei Circensi e Lunaparchisti riunito a Montecarlo per l’annuale incontro che quest’anno ha come tema “Essere insieme in dialogo”. “Essere insieme in dialogo è il tema che avete scelto per riflettere, in spirito ecumenico e fraterno, sul vostro impegno pastorale. Con esso – scrive il porporato – non soltanto dimostrate già unità di intenti e di opere, ma anche il desiderio di rafforzare la comunione e la fraternità in un dialogo aperto e rispettoso, paziente e generoso”. L’argomento è “molto caro” a Papa Francesco che nella Lettera enciclica Laudato sì lo indica come “mezzo e strumento per affrontare i problemi del nostro pianeta e cercare soluzioni realmente efficaci. Un autentico dialogo – scrive il card. Turkson – sta alla base di ogni relazione interpersonale e favorisce la ‘cultura dell’incontro’ di cui il Pontefice parla spesso. La capacità di dialogo, di relazione e comunione con Dio e con gli altri è presupposto di autentica crescita, maturazione e santificazione della persona umana. Allo stesso tempo, l’apertura all’altro nel dialogo, lo scambio dei doni e l’incontro fraterno portano, sotto la guida dello Spirito Santo, alla verità, alla riconciliazione e alla guarigione delle relazioni”.
Nel messaggio di saluto il rappresentante della Santa Sede, da anche qualche notizia sul nuovo dicastero voluto da Papa Francesco sottolineando che quest’anno cade il 50.mo anniversario della Populorum progressio, enciclica in cui Paolo VI “lanciò il primo accorato appello per un’azione concertata per lo sviluppo integrale dell’uomo. Nell’arco di questi 50 anni si è cercato di rispondere – scrive – a questo appello in diverse forme: a livello sanitario, umanitario, caritativo, di protezione di diritti umani, di giustizia e di pace. Ora l’invito è a mettere insieme tutti questi sforzi della Chiesa, rispondendo a questa esigenza attraverso un solo organismo che è questo nuovo Dicastero. È arrivato il momento di riunire tutti gli sforzi nel desiderio di realizzare il pieno sviluppo della persona in tutti i suoi aspetti: dignità, pace, giustizia, salute e carità, offrendoci l’opportunità di aprirci l’uno all’altro. Seguendo il suo Statuto, il Dicastero si adopera anche perché nelle Chiese locali sia offerta un’efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale a varie categorie di persone, tra le quali vengono specificatamente menzionati i circensi”. (Raffaele Iaria)
Nel messaggio di saluto il rappresentante della Santa Sede, da anche qualche notizia sul nuovo dicastero voluto da Papa Francesco sottolineando che quest’anno cade il 50.mo anniversario della Populorum progressio, enciclica in cui Paolo VI “lanciò il primo accorato appello per un’azione concertata per lo sviluppo integrale dell’uomo. Nell’arco di questi 50 anni si è cercato di rispondere – scrive – a questo appello in diverse forme: a livello sanitario, umanitario, caritativo, di protezione di diritti umani, di giustizia e di pace. Ora l’invito è a mettere insieme tutti questi sforzi della Chiesa, rispondendo a questa esigenza attraverso un solo organismo che è questo nuovo Dicastero. È arrivato il momento di riunire tutti gli sforzi nel desiderio di realizzare il pieno sviluppo della persona in tutti i suoi aspetti: dignità, pace, giustizia, salute e carità, offrendoci l’opportunità di aprirci l’uno all’altro. Seguendo il suo Statuto, il Dicastero si adopera anche perché nelle Chiese locali sia offerta un’efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale a varie categorie di persone, tra le quali vengono specificatamente menzionati i circensi”. (Raffaele Iaria)