Migrantes Bologna: il 6 gennaio la festa dei Popoli

Bologna – E’ entrata ormai tra le consuetudini più significative della nostra vita diocesana la celebrazione della Messa dei Popoli, presieduta dall’Arcivescovo nella solennità dell’Epifania del Signore. Con il pellegrinaggio dei Magi alla casa del Signore, iniziò il cammino di tutti i popoli della terra verso la grazia della fede. Molte delle lingue che vengono oggi parlate sotto le due torri, saranno utilizzate per la celebrazione liturgica.

Non è più certo una novità, ma è esperienza comune di ogni antico bolognese l’incontro con fratelli immigrati, in maggioranza cristiani – secondo le statistiche – e che spesso lavorano in case e ospedali o occupano spesso le mansioni più umili nei luoghi di lavoro. Le comunità cattoliche che si sono costituite in diocesi in questi ultimi anni, accanto a numerose comunità ortodosse, sono caratterizzate da un forte senso di fraternità e dalla presenza di numerosi bambini. Come l’anno scorso saranno 13 le lingue utilizzate nella liturgia e il coro sarà costituito dall’insieme dei cori delle comunità, nella pluralità delle lingue, dei ritmi e delle culture. Le intenzioni di preghiera andranno a toccare i tanti problemi che affliggono l’umanità perché come ricorda il Papa «non si tratta solo di persone in cerca di un lavoro dignitoso o di migliori condizioni di vita, ma anche di uomini e donne, anziani e bambini che sono costretti ad abbandonare le loro case con la speranza di salvarsi e di trovare altrove pace e sicurezza». Verrà distribuito a tutti il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato (15 gennaio). Sarebbe auspicabile che in tutte le parrocchie si desse voce alla preghiera dei nostri fratelli di fede e ci si impegnasse a creare un clima di vera accoglienza a queste persone che spesso hanno nella Chiesa il loro unico riferimento di speranza.

Il Papa richiama l’attenzione in particolare sul problema dei minori che vivono la migrazione, e in particolare sul dramma dei profughi minori non accompagnati, sono decine di migliaia solo in Italia, particolarmente esposti e vulnerabili.

«Come rispondere a tale realtà?», si domanda Francesco: «prima di tutto rendendosi consapevoli che il fenomeno migratorio non è avulso dalla storia della salvezza, anzi, ne fa parte». Ad esso è connesso un comandamento di Dio: «Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto». (mons. Andrea Caniato, incaricato diocesano e regionale Migrantes Emilia Romagna)