Nella Riace dei record i migranti fanno i vasai

Lamezia Terme – In Calabria, culla della Magna Grecia e porta sul Mediterraneo, l’integrazione passa anche attraverso l’arte della lavorazione della ceramica. In quella che è stata la terra che ha accolto varie colonie greche che con le loro produzioni ceramiche hanno “invaso” altre terre, questa vera arte, tramandata da generazioni, è diventata uno strumento per fare dialogare popoli che affacciano sullo stesso specchio di mare seppur lontani e diversi per cultura e tradizioni. È il caso di Riace, un paese del Reggino, dove sono presenti rappresentanti di vari popoli ed etnie, provenienti da Paesi da cui si scappa a bordo di quei barconi che approdano sulle nostre coste carichi di speranze. È qui che Domenico Lucano, il sindaco indicato da “Fortune” tra le cinquanta persone più influenti al mondo, ha avviato una collaborazione con Francesco Serratore, un vasaio di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, per dare vita ad un nuovo modo di intendere l’integrazione. Una vera sfida che Serratore, in arte “figulus”, forte della sua esperienza anche con tossicodipendenti e malati psichiatrici, ha accolto, trasferendosi a chilometri di distanza dalla sua città, per aprire un laboratorio a Riace, dando vita ad una sperimentazione che, dal mese di giugno, ha raccolto attorno a se l’interesse, non solo degli immigrati che così hanno potuto apprendere le tecniche del vasaio, ma anche di esperti internazionali che hanno fatto visita al suo locale dove l’argilla, modellata con l’abilità dell’utilizzo del tornio e delle mani, prende le più svariate forme. (Saveria Maria Gigliotti – Avvenire)