Mons. Galantino: agli immigrati “ridiamo quello che abbiamo tolto”

Roma – Gli immigrati che arrivano in Occidente “vengono in buona parte da Paesi nei quali i nostri Paesi sono andati a prendere tutto quello che potevano” o a “rompere degli equilibri”. È la denuncia fatta a Roma dal Segretario Generale della CEI, Monsignor Nunzio Galantino, intervenuto, ieri sera, alla Camera dei deputati a un incontro su “Equità, etica e distribuzione al tempo dell’economia digitale”. Galantino, riferisce l’agenzia Sir,  ha portato l’esempio dell’Iraq e della Libia, domandando: “Chi è andato lì a rompere degli equilibri?”. O del Congo, dove “c’era un’unica strada per portare all’aeroporto le risorse che venivano portate via”. “Saddam Hussein o Gheddafi – ha riconosciuto il presule – non erano certamente brave persone, ma mantenevano degli equilibri”, che l’Occidente ha fatto saltare. E “ora che queste persone si trovano in difficoltà noi siamo i primi a dire ‘non ti conosco’”. Un comportamento etico, invece, porta a chiedersi – ha osservato Mons. Galantino – “se c’è una responsabilità mia in quel processo che ha portato quelle persone a venire qui”, comportandosi di conseguenza. Allora “quando la Chiesa interviene” in aiuto dei migranti “restituisce” e altrettanto dovrebbe fare la politica. Agli immigrati in fuga da guerra e povertà “ridiamo quello che abbiamo tolto”, ha concluso il Segretario Generale della CEI, “attendendo che nei loro Paesi di provenienza si creino situazioni meno gravi di quelle che anche noi abbiamo contribuito a creare”.