Genova – Dall’inizio del 2015 sono morte 4.200 persone migranti, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo! “Noi Vescovi, insieme alle nostre comunità, ci facciamo eco dei gemiti di tante vittime innocenti. Facciamo nostra la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza. E ripetiamo che l’indifferenza globale è qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio”. A dierlo oggi pomeriggio l’arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi italiani, il card. Bagnasco, aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei che si svolgerà, fino a mercoledì prossimo a Genova. E, infatti, consuetudine che il Consiglio celebri, ogni anno, una sua sessione nella diocesi scelta per ospitare un evento della Chiesa italiana. Quest’anno a Genova si svolgerà il Congresso Eucaristico Nazionale dal 15 al 18 settembre.
Il card. Bagnasco, nella sua prolusione, dopo aver affrontato vari temi, si sofferma sul “tragico esodo di migranti e rifugiati che si sono messi in marcia verso il nord del pianeta e, come il povero Lazzaro, bussano alla porta dei Paesi ricchi”.
“Che spettacolo dà di sé l’Europa?”, si chiede: “dobbiamo confrontarla con i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non può più tornare indietro. Può l’Europa, culla di civiltà e diritti, erigere muri e scavare fossati? La vigilanza intelligente è doverosa – e le nostre Forze dell’Ordine ne hanno dato prova anche in questi giorni – la strategia di integrazione non è facile, ma la Casa europea e le stesse Nazioni Unite stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia? Nessuno – ha detto il porporato – può negare che il nostro Paese è sempre stato in prima linea, non solo perché è la ‘porta d’Europa’, ma soprattutto perché ha mostrato da subito generosità e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali”.
Davanti a queste tragedie di violenza e di ingiustizia crescono – ha evidenziato il presidente dei vescovi italiani – “timori, resistenze e, soprattutto, l’indifferenza nell’opinione pubblica mondiale” La Chiesa italiana – ha poi aggiunto – non si tira indietro nell’accoglienza e continua a portare il proprio contributo attraverso Parrocchie, Istituti religiosi, organizzazioni come le Caritas Diocesane e gli Uffici Migrantes. “Le ondate della povera gente – quando riescono a raggiungere le nostre spiagge – sono continuo spettacolo di dolore, paura, sfinimento: si continua a fare tutto il possibile, cercando anche di aumentare le possibilità di ospitalità”, ha poi aggiunto sottolineando che nelle “nostre comunità sono circa quarantacinquemila gli immigrati accolti”. Oggi, però, “è chiaro che si impone la fase dei processi di vera integrazione, processi che richiedono onestà, tempi rapidi, regole, buona volontà e fiducia da parte di tutti”, ha concluso il porporato. (R.Iaria)