Lampedusa – I primi ad attraversare la Porta Santa aperta a Lampedusa dal card. Francesco Montenegro arcivescovo di Agrigento – a Lampedusa sono stati alcuni giovani eritrei ospiti del centro di accoglienza dell’isola. Del resto, come lo stesso pastore della Chiesa agrigentina ha sottolineato, “sono loro la più preziosa delle presenze in questo giorno così speciale ed è grazie all’accoglienza che a loro riserviamo che sperimentiamo concretamente la misericordia di Dio. I vostri cuori – ha aggiunto – sono il segno di un mondo possibile, di un amore sperimentato sulla pelle e trasformato, giorno dopo giorno, emergenza dopo emergenza, in accoglienza ed esempio”. Ha aggiunto anche: “Sappiamo tutti come l’isola viene spesso dimenticata da chi amministra la cosa pubblica. Noi siamo gli ultimi e, forse per questo, abbiamo un cuore ancora più grande per chi, nelle dinamiche del mondo, occupa l’ultimo posto. Voi che subite la dimenticanza dei potenti, siete quelli che più e prima aprite i vostri cuori quasi per una sorta di sintonia, per il vostro vivere la stessa condizione e la stessa sofferenza”.
Nel cuore di Lampedusa il card. Francesco Montenegro ha celebrato il solenne rito di apertura della Porta santa del Santuario dedicato alla Madonna di Porto Salvo. “Celebrando l’anno della Misericordia non era possibile non pensare a Lampedusa: quest’isola – ha detto – è una porta schiusa che accoglie chi viene da lontano. Il Giubileo sull’isola – ha proseguito il card. Montenegro – è la risposta di Dio alla vostra disponibilità e alla vostra accoglienza ed è un monito per l’intera società: quante volte vi hanno chiesto ‘chi ve lo fa fare’ o vi hanno detto che ‘è pericoloso’ o vi hanno invitato a ‘guardare dall’altra parte’! Ebbene io vi dico che se il vostro cuore batte solo per Dio non basta. Deve battere per Dio e per i fratelli, e battere per entrambi con lo stesso ritmo”.
“L’apertura della Porta santa è oggi il riconoscimento che il cammino fatto, seppur nella fatica, è benedetto dal Signore. Lampedusa – spiega il parroco dell’isola, don Mimmo Zambito -, nella sua fragile condizione, rappresenta il mondo per come è, come potrebbe essere e per come ci si sforza di farlo diventare. Continuamente la comunità, nella sua semplicità, viene catapultata in fenomeni molto più grandi di lei stessa: di fronte a tanto dolore e spesso anche all’abbandono da parte delle istituzioni, a volte rimane stordita, a volte viene usata, a volte riesce a farsene una ragione. Ma generalmente – aggiunge – mostra di possedere una riserva di umanità che poi consente di far vivere ai migranti questo passaggio quantomeno più serenamente”.
Sull’isola il card. Montenegro ha anche celebrato la Giornata mondiale del migrante e l’apertura della seconda Porta santa, presso la Porta d’Europa, eletto luogo giubilare. “L’abbiamo scelta perché, nella sua laicità, rappresenta la porta che ci apre verso l’Africa e che apre all’Africa la strada verso l’Europa. Sappiamo che dove c’è la sofferenza il terreno è sacro: alla porta dobbiamo andare come pellegrini e passarvi attraverso annunciando la nostra voglia di cambiare”. Chiudendo la celebrazione mons. Montenegro ha espresso un auspicio: “Che questa isola resti sempre una porta aperta dove trovare cuori spalancati. Sappiamo che chi arriva alle nostre coste ha fame di pane, ma nessuno vi dirà mai che non ha fame di amore! E dandogli nostro possiamo cambiare la storia del mondo”. (Chiara Ippolito)