Roma – Ciò che appare sulla stampa italiana sui temi dell’immigrazione spesso non coincide con la realtà. In Italia gli stranieri rappresentano un 8 o 9% della popolazione ma secondo un recente sondaggio demoscopico gli italiani li stimano in addirittura un 40%. A dirlo è stato il Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, intervenuto alla Camera dei Deputati all’incontro sul tema “Immigrazione: un’opportunità economica”, promosso dal Presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia e al quale ha portato il suo saluto la presidente della Camera, Laura Boldrini.
Il segretario dei vescovi italiani ha parlato anche del “bonus cultura”, ovvero dei 500 euro che nel 2016 lo Stato italiano darà a coloro che compiono 18 anni nel corso dell’anno, attraverso una “card elettronica” (in fase di studio), che consentirà di spendere questa somma in consumi culturali ovvero a spese per teatro, cinema, musica, libri e musei…Questo però non sarà garantito ai cittadini non comunitari residenti nel nostro Paese, ha fatto notare sottolineando che è incomprensibile questa scelta suggerendo agli studenti presenti in aula di “condividere” con i propri colleghi stranieri “extra-comunitari” il beneficio della “card”, invitandoli a consentire anche a loro di spendere parte di questo bonus.
Nel suo intervento mons. Galantino ha richiamato il XXIV Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes e ha sottolineato come in Italia, che ha un tasso di natalità molto basso, gli immigrati sono un valore aggiunto: “il 19% dei bimbi nascono in famiglie di immigrati e quasi due milioni di famiglie hanno almeno un componente straniero, grazie alle politiche intelligenti sul ricongiungimento familiare”. Il segretario generale della Cei ha parlato anche dei lavoratori immigrati e del lavoro imprenditoriale degli stranieri presenti nel nostro Paese. “Le imprese degli immigrati sono sorte, spesso – ha detto – perché a questa gente non si è voluto dare spazio. Gli immigrati immettono nuova linfa in settori tradizionali da cui gli italiani si ritirano“. (Raffaele Iaria)