Milano – E’ all’indomani dell’improvvisa scomparsa della regina del Circo italiano – Moira Orfei – che il Presidente del Rosgostsirk, Vadim Gagloev, ha dato il via alle Giornate di Studio sull’Arte Circense, con una lezione sulla storia e il modello unici del “Circo di Stato” e sulle sfide di quest’arte, rivolta agli studenti del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano.
Affiancato da Alessandro Serena di Circo e Dintorni – Direttore Scientifico del progetto “Open Circus” che da 7 anni promuove le Giornate di Studio – Gagloev ha tracciato il percorso storico del Circo in Russia dal ‘700 fino ad arrivare al Rosgostsirk odierno: un’organizzazione statale cui afferiscono 44 circhi stabili in tutto il Paese, con uno staff complessivo di oltre 800 persone e 2000 artisti – vere e proprie star note al grande pubblico russo – raccolti in compagnie che si spostano nei circhi dei diversi centri cittadini garantendo programmazioni di altissimo livello.
L’Italia ha svolto un ruolo determinante nella nascita e nel radicamento dell’Arte Circense in Russia, che è parte integrante del tessuto culturale e sociale russo: “E’ stata una famiglia italiana, i Ciniselli – spiega Gagloev – a inaugurare la storia del circo stabile in Russia, fondando a metà Ottocento il circo di San Pietroburgo, la più antica e celebre istituzione stabile nel Paese; ed è stato grazie ad artisti italiani, francesi ed europei che il Circo ha dato i suoi primi grandi frutti nell’Ottocento, tanto da essere regolamentato e da diventare una emanazione del Ministero della Cultura, con una legittimità pari a quella del Teatro e del Cinema”.
Eppure i problemi non mancano: se soprattutto negli anni ’60, ’70 e ’80 del Novecento si è assistito a un incremento del numero di circhi e all’introduzione di nuovi generi e numeri grandiosi (tra tutti la “barra russa”), dagli anni ’90 il Circo risente di una forte crisi – in Russia e a livello internazionale – un fenomeno sostenuto anche dai sondaggi, secondo cui “solo” il 50% della popolazione afferma di amare il Circo (un tempo il giudizio positivo sarebbe stato pressoché unanime). “Da anni ci stiamo chiedendo con altri direttori di organizzazioni circensi – commenta Vadim Gagloev – che cosa stia succedendo, che cosa si aspetta lo spettatore dal Circo, quale sia il prodotto da vendere e soprattutto quale sia l’essenza stessa del Circo oggi”. Quesiti che – secondo il Direttore Generale del Rosgostsirk – non trovano risposta perché il Circo stesso non riesce a rispondere alla domanda su cosa esso sia e – soprattutto – perché manca nell’Arte Circense una formazione pubblica internazionale accessibile a tutti (rispetto al Teatro, alla Danza e allo Sport), motivo per cui le dinastie circensi hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere l’Arte.
Proprio sui problemi attuali del Circo a livello mondiale si rifletterà nel Forum Internazionale dell’Arte Circense in programma a dicembre a San Pietroburgo e patrocinato dall’UNESCO (in quanto il Circo è riconosciuto Patrimonio dell’Umanità). Intanto, per favorire la comunicazione sul mondo del Circo e promuoverne la creatività e professionalità, il Rosgostisirk ha istituito con il Ministero della Cultura “Master”, premio annuale internazionale dedicato alle arti circensi.
E’ con un caldo appello agli studenti che Gagloev conclude la sua lectio all’Università degli Studi di Milano: “Forse sarete voi a cambiare le sorti del Circo e a creare una nuova Scuola; se desiderate conoscere ed entrare in questo mondo, questo è il momento giusto, in cui è possibile sfruttare le nuove tecnologie. Da parte nostra non mancherà il supporto.”