Don Caruso: la realtà della Cappellania italiana a Mosca

Brescia – I fedeli che frequentano con regolarità la Cappellania Italiana a Mosca appartengono a diverse tipologie. La  più numerosa è formata dagli italiani che lavorano per delle aziende multinazionali anche se non mancano liberi professionisti, imprenditori, commercianti,  impiegati del consolato e dell’Ambasciata. A presentare oggi la situazione degli italiani a Mosca il responsabile della Cappellania Italiana dedicata a San Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, il missionario don Giampiero Caruso intervenuto oggi al convegno delle Missioni cattoliche Italiane in Europa. Gli italiani residenti a Mosca  sono circa duemila ma secondo i dati del consolato il loro numero è di gran lunga superiore. Per quelli che arrivano oggi nella Capitale Russa la principale difficoltà è è rappresentata dalla conoscenza della lingua  che “crea come un blocco, un muro anche per la semplice e quotidiana comunicazione: la spesa, la ricerca di un medico, l’uso dei mezzi di trasporto…ecc. Tutto questo crea la tendenza a ‘ghettizzarsi’ e spesso al lamento”. Spesso i lavorartori delle multinazionali vivono una vita agiata ma hanno contratti a tempo determinato: “questa è  la causa rilevante per cui  il volto della cappellania – ha detto don Caruso – muta molto rapidamente. Ogni anno c’è un significativo alternarsi di famiglie: chi parte per nuove destinazioni,  e le nuove che arrivano non solo dall’Italia, ma spesso, sempre trattasi di famiglie italiane provenienti da altre nazioni. Famiglie quindi in continuo movimento che guardano e vivono  la cappellania come punto decisivo per la loro stabilità e unità personale.  Per questo continuo movimento per la  Cappellania ogni anno è  un nuovo inizio”. La comunità italiana  è frequentata  molto anche da studenti universitari, la maggior parte studenti dell’Università Cattolica di Milano. Questi, nonostate la breve permanenza “offrono un prezioso contributo alla comunitàW” con vari servizi di volontariato. Ogni mese la comunità si ritrova per vivere insieme una  “giornata comunitaria”. Inoltre, sempre con frequenza mensile, è proposta una giornata caritativa dalle suore di Madre Teresa di Calcutta nella loro casa di accoglienza di ragazzi down e disabili.