Portogallo: quando alla porta bussa un rifugiato

Lisbona – “Cosa hai fatto a tuo fratello” è il titolo del documento diffuso dalla commissione nazionale di Giustizia e pace della Conferenza episcopale portoghese e dedicato all’accoglienza dei profughi. Nel testo si ricorda che questi ultimi non sono, come la paura potrebbe suggerire, “potenziali terroristi” e che anzi “molti fuggono dalla violenza generata dal fondamentalismo: ci sono persone – ricordano i vescovi – che passano attraverso gravi sofferenze”, ben più drammatiche delle difficoltà che “dobbiamo affrontare in Portogallo”. Non si può, dunque, “reagire con indifferenza quando un rifugiato bussa alla porta. Questa è una sfida per l’Europa in quanto comunità di valori come si vuole che sia, fedele alle radici cristiane” della sua cultura e della sua identità. “Europa”, prima di tutto, “significa adottare comportamenti coerenti con un messaggio cristiano”, spiegano i vescovi, avvertendo che tale non è il comportamento di chi, per esempio, ritiene che non si debba prestare aiuto ai profughi che non condividono la propria fede. I vescovi portoghesi ricordano ai fedeli e a tutte le persone di buona volontà che la “novità del cristianesimo sta nell’amore universale che non esclude nessuno”, per cui la difesa dell’identità europea “non può essere un pretesto per distinguere tra profughi cristiani perseguitati e altri rifugiati. L’Europa non può pretendere di essere un’oasi di pace, protetta da confini o muri, in un mondo dove guerra e povertà prevalgono”.  (Osservatore Romano)