Abruzzo: l’integrazione? Può fare gol

Vasto – I ragazzi dell’amatori Vastese Calcio 1902 non sono ancora rodati e vincenti come i loro “fratelli” del Centro di Accoglienza dell’Asd Cara Mineo (neopromossi in Prima categoria siciliana), ma potrebbero diventarlo. A Vasto (Chieti), è appena partito un progetto di integrazione attraverso il calcio che è destinato ad andare “in gol”. A volerlo, sono stati dei dirigenti della rinnovata società della Vastese, club iscritto all’Eccellenza abruzzese, i quali hanno raccolto l’assist del Consorzio Matrix. “È la nostra cooperativa sociale che da un decennio opera sul territorio per l’accoglienza dei migranti minorenni dall’Africa (eritrei, sudanesi, somali) e dei richiedenti asilo politico del Ghana Bangladesh, Pakistan, Mali, Nigeria e Gambia. Le due stelline più promettenti della nuova squadra biancorossa, arrivano da questi Paesi martoriati dalle guerre civili e le decennali dittature: sono il centrocampista nigeriano, classe 1995, Eddy Pereotubo, e il 21enne del Gambia Buba Baldeh. “Ci sono anche un altro paio di nigeriani e un ghanese molto forti, giocavano già nel loro Paese”, dice con orgoglio Simone Caner, responsabile dei sette centri di accoglienza di Matrix (a Vasto, Palmoli, Carunchio, Torino di Sangro, Lentella, Schiavi d’Abruzzo e San Salvo) dove vivono ed operano con “passione e speranza nel futuro”, 350 persone, in età compresa tra i 18-24 anni. E quella, è anche l’età media dei calciatori che entreranno a far parte della seconda realtà della Vastese, gli amatori della stagione calcistica 2015-2016. “Dopo una serie di allenamenti – il primo organizzato nei giorni scorsi allo stadio Aragona – ne stiamo selezionando una trentina”, spiega Michele Cappa, il responsabile marketing e comunicazione del club. Per la nuova compagine, oltre al risultato in campo, l’obiettivo primario è puntare alla “piena integrazione sociale”. Una meta che in questi anni hanno raggiunto, fuori dal campo, lavorando nell’ombra. “La nostra è l’integrazione che non fa mai notizia”, dice amaro Caner, invitando a cliccare su Youtube per vedere il documentario ‘Il coraggio di essere umani’, la sintesi di una missione compiuta. “Lo sport è uno strumento prezioso, universale, in grado di azzerare le distanze, ma noi da tempo con i nostri ragazzi e ragazze collaboriamo con le parrocchie, operiamo con dei laboratori d’artigianato, organizziamo cene con degustazioni di cucina etnica e convegni, perché i nostri centri, da sempre, sono aperti a tutti”. Cinque ragazzi arrivati a Matrix ora fanno parte dello staff. Il 23enne ghanese Samodai Mohamed, quando è “sbarcato” era un minore non accompagnato come tanti altri che qui sono passati, “ma si è fermato, parla un ottimo italiano e ora fa il mediatore culturale”. Una delle tante storie esemplari, quanto quelle che i ragazzi di Matrix si apprestano a scrivere su un campo di pallone. “Noi come Vastese – conclude Cappa – gli offriamo la possibilità di un allenamento settimanale, la partita al sabato e poi alla domenica possono seguire la squadra come tifosi o ancora meglio svolgere attività di steward sugli spalti”. Un’attività di “volontariato sportivo” che potrebbe proseguire anche al Palazzetto, porte aperte alla Bcc Vasto Basket (serie B). (Massimiliano Castellani)