Mons. Perego: rafforzare strumenti di protezione internazionale

Massa – «Il fenomeno straordinario degli sbarchi di migranti forzati sulle coste della Sicilia, della Puglia, della Calabria, della Campania, che ormai ha superato di molto le 100.000 persone, è un segnale chiaro di come l’Europa è circondata da situazioni gravi, dettate da guerre, instabilità politica, persecuzioni politiche e religiose, povertà che generano appunto un cammino di migliaia, milioni di persone». È quanto ha dichiarato mons. Gian Carlo Perego nel corso della Conferenza stampa, svoltasi questa mattina, sui rapporti tra cristiani e mussulmani che si è tenuta nella Diocesi Massa Carrara – Pontremoli.

 
«Di fronte a tale fenomeno – ha proseguito il Direttore generale della Migrantes – vanno rafforzati e non indeboliti gli strumenti di protezione internazionale in Europa, realizzando canali umanitari (Mare nostrum di fatto è stato uno di essi) per salvaguardare il cammino dei migranti e, in Italia specificatamente, arrivando finalmente a un Piano organico e strutturato di prima e seconda accoglienza, capace almeno di dare ospitalità e asilo a 100.000 persone. Inoltre, le situazioni violente e disumane, le persecuzioni di minoranze etniche e religiose, che rasentano il genocidio, in atto soprattutto in alcuni paesi africani e, in Siria, in Iraq, ad opera di organizzazioni terroristiche e fondamentaliste, indicano la necessità di un forte impegno della comunità europea e internazionale a difesa dei diritti fondamentali dell’uomo». Pace e fratellanza sono le parole più ricorrenti nella dichiarazione di Youssef Sbai, Vice Presidente nazionale dell’UCOII. «Avevamo già pubblicato il 12 agosto – ha detto l’imam nella conferenza stampa – un comunicato intitolato “Un appello contro le guerre” con il quale si condannavano fermamente i comportamenti criminali del gruppo ISIS e si esprimeva solidarietà con la minoranza cristiana in Iraq in particolare, e con tutte le minoranze sofferenti nel mondo. Nello stesso comunicato l’UCOII invitava tutti i musulmani e le musulmane a testimoniare un forte impegno di pace e fratellanza con tutti i credenti perseguitati, con iniziative pubbliche e solidali. Ora l’UCOII ha colto l’invito dell’ONG Scholas Occurrentes di partecipare alla “Prima partita inter-religiosa per la Pace” voluta da Papa Francesco». Il Vice Presidente Sbai è stato ricevuto insieme agli altri rappresentanti delle religioni in Italia e i giocatori in un’udienza privata in Vaticano. «Durante l’udienza – ha raccontato – ho recato al Papa i saluti a nome di tutte le associazioni musulmane aderenti all’UCOII, il sostegno della partita interreligiosa nel suo senso globale e la solidarietà con le minoranze cristiane e non, perseguitate in tutto il mondo. Prima della partita, svolta allo stadio olimpico di Roma, come rappresentanti religiosi, abbiamo piantato insieme l’ulivo regalato dal Papa per rafforzare l’appello alla pace tra i popoli». Da anni – ha spiegato nel corso della conferenza Ivonne Tonarelli, responsabile diocesana Migrantes – in tema di convivenza tra cristiani e musulmani abbiamo dato vita a incontri e soprattutto abbiamo investito nella scuola coinvolgendo tutti gli istituti della provincia con attività di laboratorio, progetti di rafforzamento della conoscenza della lingua italiana e delle culture presenti nella nostra comunità . Percorsi che hanno fatto crescere l’attenzione per una società che stava di fatto cambiando con l’arrivo e la presenza nelle scuole e non solo di persone con culture , usi, lingua e religioni diverse per una crescita interculturale della comunità. Scegliere la prospettiva interculturale e interreligioso fatta di dialogo e di costruzione di pace non vuol dire rinunciare alla propria specificità ma vuol dire crescere, riconoscersi fratelli e sorelle ma anche riscoprire la nostra cultura, la nostra fede, l’esatto contrario di chi invece agita paure o di chi ritiene che ciò comporti negare ciò in cui abbiamo sempre creduto. Questa visione – ha concluso Tonarelli – appartiene a un concetto di laicità che chiede l’annullamento delle differenze e non ci appartiene fedeli a un principio di laicità dei mosti padri e madri costituenti fatta di riconoscimento reciproco della differenza e nel perseguire la difesa dei diritti umani e della convivenza nella pace».