Messina: l’accoglienza dei migranti in una ex caserma militare

Messina – Nella settimana appena trascorsa, in cui l’Europa ha deciso di rafforzare l’intervento di controllo nel Canale di Sicilia attraverso il prossimo avvio dell’operazione denominata “Frontex plus”, Messina, rispondendo alle direttive impartite lo scorso mese di luglio dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha aperto le porte dell’ex Caserma Gasparro, ricadente nell’area militare di Bisconte, dove in poco meno di 48 ore è stata data accoglienza ad oltre cinquecento persone. Due gli sbarchi effettuati in città: il primo, lo scorso 27 agosto, a bordo della nave militare Borsini, che ha tratto in salvo a largo delle coste di Tripoli uomini, donne e bambini per lo più provenienti da zone sub sahariane; il secondo il 29 agosto. In quest’ultimo caso, ad entrare in porto è stata la petroliera Mild Natural, sui cui ponti hanno viaggiato per lo più famiglie di origine siriana. I numeri dell’accoglienza in riva allo Stretto crescono quindi di mese in mese e con l’apertura della nuova struttura, cui dal mese di ottobre si aggiungerà un edificio ex-Ipab allestito per il ricovero di circa cento persone, la centralità di Messina nelle dinamiche di arrivi e partenze diventerà ancor più determinante. Rimane tuttavia irrisolta, così come in molti altri comuni siciliani coinvolti negli interventi di prima accoglienza, la questione minori. Il comune peloritano, infatti, oltre a non disporre di strutture da riservare a categorie protette, attraversa una condizione economica prossima al dissesto, che rende impossibile qualsiasi tipo di programmazione. Particolarmente complesso, di conseguenza, il lavoro degli uffici afferenti al dipartimento servizi sociali, dove, anche a causa delle carenze di personale, la gestione dei Minori stranieri non accompagnati diventa di giorno in giorno più complicata. Un dato, a tal proposito, appare emblematico: attualmente sono 32 i minorenni che da oltre un mese si trovano all’interno del centro “Primo Nebiolo”, che però va ricordato essere stato allestito esclusivamente per l’accoglienza di uomini adulti. Fino ad oggi, nonostante le molteplici segnalazioni e sollecitazioni inviate ai responsabili comunali, nessuna soluzione è stata individuata. I ragazzi, di conseguenza, per i quali, normativa alla mano, sarebbe necessario predisporre degli specifici percorsi di inserimento sociale e prevedere apposite tutele e garanzie, si trovano letteralmente abbandonati a loro stessi, privi della dovuta assistenza sociale e in attesa di una sistemazione che, continuando di questo passo, tarderà ad arrivare. In occasione dello sbarco del 27 agosto, inoltre, ai 32 Msna ospitati al Primo Nebiolo, si vanno ad aggiungere i 27 che, sempre per mancanza di strutture e per inefficienze organizzative, si trovano invece ospitati all’ex-Caserma Gasparro, anche in questo caso in condizioni di promiscuità. (Elena De Pasquale – Migrantes Messina)