Scalabriniani: “Frontex Plus? Priorità è andare alla radice del fenomeno

Roma – “Frontex plus appare un’azione dai contorni ancora sfumati e, di fronte a questa poca chiarezza, appare per noi sempre più urgente la creazione di corridoi umanitari tra i paesi dove i migranti fuggono e i paesi confinanti prima che i mercanti di carne umana, soprattutto nel Maghreb, mettano in atto il ben oliato meccanismo della ‘tratta di esseri umani in corso”. Lo afferma oggi padre Gianni Borin, superiore regionale per l’Europa e l’ Africa dei missionari scalabriniani. “L’agenzia europea Frontex – spiega – ha provato a gestire il flusso emigratorio fra le due sponde del Mediterraneo, mentre l’Operazione del governo italiano ‘Mare nostrum’ ha concretamente risparmiato da una tragica sorte decina di migliaia di profughi, ma c’è ancora molta strada da fare. Dei quasi 120.000 approdati sulle coste italiane da quell’ottobre ad oggi, oltre 60.000 sono stati trasbordati dai barconi in avaria sulle navi della nostra marina militare, mentre Frontex, sulla carta molto ben strutturata, ad oggi, vanta davvero un bilancio piuttosto modesto a confronto dei tanti suoi obiettivi”.
 
Per padre Borin l’incremento delle partenze “è dato dall’acuirsi di crisi in sempre più numerosi paesi, come la Siria o la Libia stessa, o dal prolungarsi di violazioni di diritti fondamentali in Eritrea e in Somalia. Bisogna agire e presto per migliorare le condizioni in questi luoghi di fuga dei migranti. Si devono sempre più evitare i viaggi in mare, offrendo la possibilità di chiedere asilo nei ‘paesi di transito’ delle ben note rotte migratorie. Rafforzare politiche e programmi in loco potrà garantire – per il responsabile degli scalabrinaini – la protezione e la tutela dei diritti umani nei paesi d’origine, prevenire i grossi flussi migratori attuali cooperando ad un reale e sostenibile sviluppo come, ovviamente alla risoluzione per via diplomatica dei conflitti. Se così non sarà, non si potranno evitare altre partenze e altre tragedie, salvando certamente alcuni, ma vedendo anche aumentare inevitabilmente il cimitero del Mediterraneo”.