L’emergenza sbarchi vista dalla Germania: “Anche da noi strutture inadeguate”

Elisabetta Galla, documentarista della Deutsche Welle, in visita alle strutture d’accoglienza di Catania

Catania – L’emergenza sbarchi non è solo un fenomeno siciliano. Oltre i semplici luoghi comuni e le facili strumentalizzazioni, gli arrivi dei migranti, provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, sulle coste siciliane, non hanno lasciato indifferente neanche la comunità civile europea. Nemmeno quella tedesca dai più accusata di cinismo e distacco rispetto al problema. Per capire meglio come sia strutturata a Berlino la rete d’accoglienza per i richiedenti asilo giunti in Italia, ci siamo rivolti ad Elisabetta Galla. Vicentina di nascita, professionalmente cresciuta in Germania, documentarista della Deutsche Welle, compagnia tedesca di informazione internazionale che trasmette via satellite in radio e internet in 30 lingue, Elisabetta ha girato a Catania un documentario sulle condizioni dei migranti nelle strutture di prima accoglienza.
 
Un lungometraggio volto innanzitutto a ricostruire le storie personali di uomini e donne che hanno lasciato la propria terra e i propri affetti in cerca di una vita migliore. “Gli arrivi continui di migranti sulle coste della Sicilia – ha spiegato la Galla – non lasciano indifferenti i mass media tedeschi. Le tragiche traversate in mare, gli sbarchi, i soccorsi, sono diventati ormai presenza costante nei notiziari e sui quotidiani del Paese”. Sebbene dunque l’opinione pubblica ne sia profondamente scossa, la studiosa evidenzia come a livello politico non si registrino interventi a sostegno dell’emergenza siciliana: “Non esiste una concreta attività europea volta alla risoluzione del problema”. Elemento quest’ultimo, che a detta della documentarista si evince chiaramente anche dai recenti programmi elettorali del CDU – Unione Cristiano Democratica di Germania: “Nel programma elettorale del CDU (partito della Cancelliera Angela Merkel ndr) delle ultime elezioni europee, per esempio, accanto all’accorato appello di porre fine alle tragiche sorti degli immigrati che si spingono in mare a costo della loro vita per raggiungere l’Europa, veniva anche espressa la ferma convinzione di dover intensificare la sicurezza dei confini europei attraverso Frontex”.
 
Dichiarazioni contraddittorie per un partito che si appella ai valori cristiani dell’accoglienza, eppure in linea con la strategia tedesca sulla gestione del fenomeno migratorio. “L’incremento degli sbarchi in Sicilia – continua Elisabetta La Galla – ha portato come diretta conseguenza un aumento degli arrivi dei profughi in Germania. Le condizioni inadeguate dei Centri di accoglienza e le lunghe attese a cui vengono sottoposte le richieste di asilo sono motivo di grandi dibattiti e polemiche”.
 
Ma dove sorgono i Centri d’accoglienza? “In Germania i Centri sorgono per lo più ai confini delle città o in zone rurali isolate. La disperazione dei profughi è accresciuta ulteriormente per via del divieto a potersi muovere liberamente (Residenzpflicht); aspetto che finisce a far somigliare queste strutture più che a luoghi di ospitalità a centri di detenzione. Tante, in questi mesi, sono state le proteste dei migranti. Drammatici scioperi della fame sono ad esempio andati in scena a Monaco lo scorso dicembre, mentre a Berlino un gruppo di profughi ha occupato per più di un anno una scuola abbandonata nel cuore di Kreuzberg, una zona del centro”.
Nonostante i momenti di difficoltà, la documentarista tiene a ricordare che molti dei richiedenti asilo hanno trovato ristoro e ospitalità dagli stessi abitanti del quartiere. “Un gesto di umanità, forte e chiaro, simili a quelli che ho avuto l’opportunità di vivere e raccontare anche a Catania, grazie al calore di quanti operano senza sosta nelle strutture diocesane preposte all’accoglienza di Migrantes e Caritas”.
 (Filippo Cannizzo – Migrantes Catania)