Roma – “La scuola cattolica costituisce un valore per tutti i cittadini e non solo per i cattolici”. È quanto si legge nella Nota pastorale “La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società”, diffusa dalla Commissione episcopale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana per “aggiornare lo sguardo della comunità ecclesiale sulla presenza della scuola cattolica nel nostro Paese”, ad oltre trent’anni dal precedente documento pastorale della Cei su “La scuola cattolica, oggi, in Italia” (1993). “La scuola cattolica è nata per porsi al servizio di tutti, in particolare dei più poveri – si legge nella presentazione del documento, firmata da monsignor Gianni Ambrosio, presidente della citata Commissione – e deve continuare ad esercitare il suo servizio come testimonianza dell’impegno di tutta la comunità ecclesiale nella realizzazione del quotidiano compito educativo e della costante attenzione ai più deboli”, in linea con quella “opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via” di cui parla Papa Francesco nella Evangelii gaudium. “Le dimensioni del sistema di scuola cattolica, che coinvolge in Italia poco meno di un milione di alunni, non possono far parlare di un’esperienza accessoria o marginale”, ammonisce il vescovo. Nel testo, i vescovi italiani invitano a “superare qualche diffuso pregiudizio”. “La scuola cattolica – affermano – non è propriamente parlando un’istituzione educativa confessionale o di parte, poiché si pone per suo statuto al servizio di tutti e accoglie tutti, con ‘obiettivo primario di curare l’educazione della persona e promuoverne la crescita libera e umanamente completa”. In questa prospettiva, “l’adesione al progetto educativo della scuola cattolica – come previsto espressamente dalla legislazione statale – non potrà mai essere motivo di esclusione per alcuno o all’ostacolo all’accoglienza di chi guarda ad essa con simpatia”. Al contrario, “dialogo e apertura saranno regola fondamentale dei rapporti tra e con gli alunni e tra e con le famiglie che vengono a farne parte, quali che siano le loro appartenenze culturali e religiose”. Sono queste, per la Cei, le ragioni principali per cui “l’antica tradizione delle scuole cattoliche ha costituito un modello per le politiche scolastiche nazionali e per lo stesso ordinamento scolastico statale, richiamando in particolare l’attenzione verso le categorie socialmente svantaggiate, alle quali l’opera educativa della Chiesa si è sempre rivolta con speciale dedizione”. “Anche oggi, nelle mutate condizioni storiche, la scuola cattolica vuole continuare ad offrire a tutti il suo servizio sociale”.