Milano – Da Lampedusa, dove sta svolgendo il suo quarto campo sui diritti umani, Amnesty International ha espresso grave preoccupazione per l’alto numero di persone che hanno perso la vita in mare negli ultimi giorni. E anche il commissario Onu per i rifugiati è intervenuto con parole forti sulle lacune della comunità internazionale. Sebbene il totale rimanga ancora incerto, si ritiene siano centinaia negli ultimi giorni le persone annegate nel mar Mediterraneo, tra la Libia e l’Italia. «L’Europa ha perso qualcosa di profondamente prezioso: la sua capacità di dimostrare la sua umanità. Mentre interi gruppi familiari provenienti dalla Siria e molti altri rifugiati originari da paesi come Eritrea e Somalia annegano perché non hanno alternative, il silenzio dell’Europa è assordante», ha dichiarato da Lampedusa Carmen Dupont, coordinatrice di “Sos Europa”, la campagna europea su migranti e rifugiati di Amnesty International. Nell’ottobre 2013 una serie di naufragi causarono oltre 400 morti e provocarono numerose dichiarazioni di cordoglio e solidarietà ai più alti livelli dell’Ue. A oggi, ricorda Amnesty, i leader dell’Unione non hanno assunto alcuna misura concreta per impedire ulteriori morti alla frontiere europee. «Una vergogna per l’Europa intera. Oggi abbiamo più rifugiati di qualunque altro periodo successivo alla Seconda guerra mondiale ma la risposta europea è quella di girare le spalle a questa crisi», ha osservato Dupont. Le alternative esistono, ha sottolineato l’organizzazione internazionale: gli Stati europei devono offrire ai rifugiati maggiori canali sicuri e legali di accesso alla protezione. La guerra in Siria e le generali
criticità del Medio Oriente stanno spingendo centinaia di migliaia di persone a tentare di aggrapparsi alle coste europee. «L’Europa deve offrire una casa
ai rifugiati siriani», questo l’appello lanciato dall’Alto commissario Onu per i rifugiati (ACNUR) Antonio Guterres. «Dopo più di tre anni dall’inizio del conflitto, questi tre milioni di profughi hanno lasciato il proprio paese in macerie», ha ricordato, ma «gli europei hanno fornito un rifugio a 124.000 siriani, meno del 4% di tutti i richiedenti asilo siriani». Il Libano, invece, paese che conta una popolazione di circa 4,4 milioni di abitanti, ospita oggi 1,1 milione di siriani. In altre parole, «la ricca Unione Europea sta offrendo un rifugio a mille volte meno siriani del povero Libano». Inoltre, più del- la metà di tutte le nuove richieste di asilo siriane in Europa viene assorbita solo da due paesi: Svezia e Germania. Le difficoltà incontrate dai profughi siriani per arrivare in Europa stanno infatti spingendo molte persone, tra cui «decine di migliaia di bambini», a rivolgersi alle reti di trafficanti di esseri umani. Per cui, ha aggiunto Guterres, oggi l’Europa non è più chiamata ad affrontare l’arrivo dei pro- fughi siriani, quanto piuttosto le modalità, legali o meno, del loro ingresso nel vecchio continente. (Nello Scavo – Avvenire)