Spettacolo Viaggiante: oggi a Roma la chiusura del convegno pastorale Migrantes

Roma – La pastorale della gente dello spettacolo viaggiante favorisce l’attenzione della Chiesa anche a questa porzione di popolo di Dio. Ne è convinta la Fondazione Migrantes che ha riunito a Roma, fino ad oggi, una cinquantina di operatori pastorali impegnati in diverse diocesi italiane.
“Senza una comunità di riferimento, senza una Chiesa non può esserci pastorale, in genere, né una pastorale specifica”, ha detto il direttore di Migrantes, mons. Giancarlo Perego. Evangelizzazione e promozione umana sono i due cardini di questa pastorale: “scindere i due aspetti significa dimenticare che la fede non è un’idea, ma un’esperienza di vita”.
 
Il circo ha “un futuro assicurato, ma ancora una volta sarà necessario rimboccarsi le maniche e puntare al meglio”, ha ribadito il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni sottolineando la “vicinanza” della Chiesa accanto ai circensi e ai lavoratori dello spettacolo viaggiante che in questo periodo vivono momenti di difficoltà. Fino a qualche anno fa, la vita itinerante – ha spiegato il segretario dell’Anesv (Associazione Nazione Esercenti Spettacolo Viaggiante) Maurizio Crisanti – “poteva fondarsi su alcuni elementi di stabilità, legati ad un calendario di manifestazioni, al classico ‘giro di piazze’ ”. Una modalità che “consentiva agli esercenti ed alle loro famiglie di stabilire legami con colleghi, gli abitanti del posto, i responsabili di uffici pubbliche o istituzioni scolastiche”. Una situazione che oggi è difficile ripetere, perché spesso queste strutture trovano spazio solo lontano dai centri abitati.
 
E questo comporta una difficoltà nella pastorale, come hanno evidenziato diversi operatori, anche se in diverse diocesi si è istaurata una tradizione con la presenza, nei periodi di permanenza, di diversi vescovi e un lavoro di catechesi e incontri in cui si trasmettono, soprattutto ai ragazzi e ai giovani, i principi fondamentali di fede. Percorsi che si ritrovano nel recente documento della Cei “Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia” e illustrato ai partecipanti dal responsabile del Servizio nazionale per il Catecumenato della Cei, don Paolo Sartor , secondo il quale “non è più possibile fare catechesi senza partire dall’evangelizzazione”. Oggi c’è bisogno di proposte di laboratori sull’annuncio che spingono a “moltiplicare quelle già avviate” e la richiesta di una “adeguata formazione delle figure educative”, anche nel mondo dello spettacolo viaggiante. (Raffaele Iaria)