Palermo – Pescatori di uomini. Ecco cosa sono diventati negli ultimi anni quei lavoratori con il volto arso dal sole e dal mare, abituati a “faticare” con reti e pescherecci in mezzo al Mediterraneo, ma chiamati ad essere salvatori di un’umanità in fuga da fame e guerre. Va a loro, ai pescatori di Lampedusa, il prestigioso premio “Colombe d’oro per la pace 2014”, giunto alla trentesima edizione e presentato anche a Papa Francesco durante l’udienza generale di ieri.
La giuria del premio, ideato da Archivio Disarmo, ong riconosciuta dall’Onu e dal ministero degli Affari esteri e presieduta da Fabrizio Battistelli, ha consegnato nelle mani del Pontefice l’appello “Tre passi per la pace”, affinché risvegli la coscienza dell’opinione pubblica sui costi materiali degli strumenti della guerra, in particolare degli armamenti nucleari e di quelli convenzionali e sui costi morali. Un punto fondamentale riguarda “il diritto/dovere dei Paesi europei a dare soccorso e legittima accoglienza a coloro che attraversano il Mediterraneo scacciati dai conflitti, dalle violazioni dei diritti umani e dalla fame”. È quello che hanno fatto i pescatori di Lampedusa, che dalla grande ondata di migrazioni cominciata con la Primavera araba ad oggi non si sono mai tirati indietro nell’opera di soccorso e assistenza ai migranti, mettendo in pratica una legge non scritta del mare, che prescrive di aiutare, in qualsiasi situazione, chi è in difficoltà. Come si legge nella motivazione, «è un segno di gratitudine nei confronti di chi, nel corso di questi anni, ha offerto alla nazione italiana e all’Europa intera un esempio unico di solidarietà e di accoglienza». «Non siamo eroi – osserva Piero Billeci, presidente dell’Associazione pescatori di Lampedusa – siamo gente di mare che rispetta e all’occorrenza assiste e soccorre chiunque navighi per il Mediterraneo, senza distinzione del colore della pelle». Un riconoscimento, che sarà consegnato il 3 luglio a Roma e che segue la candidatura al Nobel per la Pace dell’isola delle Pelagie, sostenuta da Avvenire.
L’Archivio Disarmo organizza il premio con il sostegno di Legacoop e quest’anno assegna il riconoscimento anche a tre giornalisti, Maria Gianniti (Radio Rai), Alberto Negri (Il Sole 24 ore) e Gabriella Simoni (Studio Aperto). (Alessandra Turrisi – Avvenire)