Rom e Sinti: come cristiani non possiamo darci pace!

Cosenza – Tanto tuonò che piovve! Un incendio ha devastato mezzo campo Rom. È andata bene, poteva essere una strage per la velocità di propagazione delle fiamme e la situazione di completa insicurezza nella quale vivono. Non vogliamo dire che quanto accaduto era nell’aria. Non vogliamo dire nemmeno che le responsabilità stanno di qua o di là. È giunto il momento di agire, è giunto il momento di prendere coscienza di questa presenza, solo sbrigativamente additata da alcuni come “ingombrante”. Bisogna trovare insieme una soluzione condivisa, bisogna dialogare per capire come accoglierli, nella legalità, capire anche cosa vogliono davvero. Non basta leggere nei convegni ovattati appelli alla Primo Levi e poi non sporcarsi le mani. Questi sono uomini e donne, sono persone, con la loro dignità e la loro povera, poverissima storia. Sono fratelli, sono sorelle, sono bambini. Vorrei dire a tanti di andare a vedere, a guardarli negli occhi quei piccoli che scorazzano, come i nostri bimbi, anche tra pericoli irresponsabilmente lasciati soli a crescere quasi in cattività. Ma come cristiani non possiamo stare tranquilli, non possiamo dormire se ci sono situazioni incancrenite come queste. Non ci sono ricette o consigli ma come si fa a non correre come Samaritani? Come si fa a non alleviare almeno le ferite di queste persone? Il Signore ci chiederà conto di ogni fratello che ci siamo lasciati dietro le spalle. Sediamoci dunque per cercare una strada, per farci illuminare da Dio e dalla nostra intelligenza. Non è possibile che non ci sia uno sbocco. Vieni Spirito Santo, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce! (Enzo Gabrieli – Dir. Parola di Vita – Diocesi di Cosenza-Bisignano)