Città del Vaticano – “Molti zingari tutt’ora versano nelle condizioni di vita che spesso oltraggiano la dignità umana e portano allo svilimento della loro identità”. Lo ha detto questa mattina mons. Joseph Kalathiparambil, Segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, introducendo i lavori dell’Incontro sul tema “La Chiesa e gli Zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie” che si svolgerà fino a domani. “La povertà e la loro diversità culturale – ha aggiunto il presule – spesso genera diffidenza da parte della società maggioritaria, con la conseguente esclusione e violazione dei fondamentali diritti umani: a una abitazione dignitosa, alla scolarizzazione e alla formazione professionale, al lavoro e all’accesso alle cure mediche. Particolarmente vulnerabili, gli Zingari subiscono maggiormente gli effetti della crisi economica, dei processi di globalizzazione, dei forti cambiamenti che avvengono nella società civile. Tante volte – ha proseguito – la povertà materiale è accompagnata dalla povertà spirituale e dalla ricerca dei surrogati del benessere e della serenità”. La Chiesa e le Autorità civili devono “maggiormente adoperarsi – ha poi aggiunto il segretario del dicastero vaticano – per sradicare i pregiudizi, per fermare il fenomeno di antizingarismo e per prevenire che gli zingari siano costretti a trascorrere la maggioranza del tempo nell’ozio e nell’inattività”. Papa Francesco parla di una Chiesa che “esce” – ha spiegato – che sente la forza della sua missione, che “non ha paura. Tutti dobbiamo identificarci con tale Chiesa, ma in modo particolare lo dovete fare voi che condividete le condizioni di vita degli zingari e fate vostri i loro problemi e le loro difficoltà, aiutandoli ad affrontare con coraggio le contrarietà della vita”. Il Segretario ha poi illustrato il programma di questa due giorni che domani sarà dedicato alla preparazione delle celebrazioni del 50° anniversario della visita di Paolo VI all’accampamento degli Zingari a Pomezia, il 26 settembre 1965. Sarà presente mons. Mario A. Riboldi, testimone oculare dell’incontro di Pomezia, che riferirà sull’atmosfera e sulle emozioni che hanno accompagnato la visita di Paolo VI. (R.I.)