Diocesi di Roma: oggi veglia di preghiera per la pace in Siria a San Roberto Bellarmino

Roma – Questa sera , giovedì 15 maggio alle 19.30, il vescovo ausiliare Matteo Zuppi presiederà la celebrazione nella parrocchia di piazza Ungheria. La liturgia è promossa dal Centro per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese e l’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma insieme alla parrocchia San Roberto Bellarmino e alle Comunità cattoliche mediorientali di Roma. L’animazione sarà curata dalla comunità greco melchita di Santa Maria in Cosmedin, dal Pontificio Collegio Armeno e dalla comunità siro antiochena di Santa Maria in Campo Marzio “Di fronte alla tragedia in atto in Siria che ha causato la fuga di migliaia di profughi – spiega mons. Zuppi – molti dei quali trovano poi la morte nei barconi della speranza, Papa Francesco e la diocesi di Roma non si stancano di invocare il dono della pace. La sofferenza di quelle popolazioni ha ormai oltrepassato ogni limite e la Siria intera è divenuta un campo di battaglia. E proprio per non dimenticare e fare nostro il loro grido di aiuto e la loro richiesta di giustizia e di speranza ci riuniremo insieme alle Comunità cattoliche mediorientali di Roma per chiedere la fine dell’orrore della guerra e della violenza e la liberazione di tutti i rapiti”.
“Non ci stanchiamo di pregare per loro” è l’invito del vescovo Zuppi, “perché “ogni aspetto democrazia, diritti umani, libertà, cittadinanza”, come ha dichiarato Gregorios III Laham, Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti, “è andato perduto e nessuno sembra interessarsene. La crisi in Siria ha ucciso migliaia di civili, soldati, esponenti dell’opposizione, uomini, donne, bambini, clerici musulmani e sacerdoti cristiani. Tutto è stato distrutto: il mondo del lavoro, l’innocenza dei bambini, le famiglie, le case, le scuole, i luoghi di culto, gli ospedali”. Questa piccola nazione – conclude -, che porta il duro peso dell’immagine di Gesù con la Croce, ha bisogno della nostra vicinanza e della nostra preghiera”.