Milano – Tra il 2001 e il 2011 sono arrivati soprattutto giovani tra i 20 e i 29 anni. Uno studio del professor Gian Carlo Blangiardo, demografo della Fondazione Ismu, indica come l’UE-28, composta da mezzo miliardo di abitanti, ne abbia complessivamente “guadagnati” 14 milioni nel 2001-2011 grazie alle migrazioni. Si tratta di un apporto che nel primo decennio del secolo ha interessato quasi esclusivamente la forza-lavoro giovane, in primo luogo i 20-29enni, e che è stato per lo più circoscritto ai 15 Paesi più occidentali del nucleo dell’Unione. L’immissione di immigrati ha così creato un beneficio demografico immediato che si attenuerà però nel lungo periodo: il numero di nuovi anziani attesi nell’Unione a 28 è di 1,3 milioni superiore a quello risultante dalle stime della popolazione che entrerà nella fascia d’età 65-69 già nel 2016-2020, e nel 2026-2030 raggiungerà i 2,6 milioni per raddoppiare ancora (5 milioni) nel 2046-2050.