Bruxelles – “Malta e Lampedusa, Ceuta e Melilla condividono l’onore di essere la fine della strada per molti”: lo scrive José Ignacio Garcia in un articolo ospitato dal numero di maggio di “Europeinfos”, mensile della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), pubblicato oggi, che spiega la vicenda dei 15 africani uccisi a febbraio di fronte alle enclavi spagnole in Nord Africa in conseguenza di spari delle forze di sicurezza che volevano scoraggiare l’ingresso dei migranti. Nella tragedia, Spagna e UE si sono rimpallate le responsabilità. Forte la denuncia del vescovo di Tangeri (Marocco), mons. Santiago Agrelo: “Il governo spagnolo è muto e come tale è responsabile insieme alla Commissione Ue, per la sofferenza di migliaia di persone e per le morti ai confini meridionali dell’Europa di decine di migliaia di giovani africani”. Dobbiamo “tener conto dei diritti umani dei migranti e la tutela dei più vulnerabili anche se le nostre preoccupazioni di sicurezza sono legittime”, conclude l’articolo di Garcia, ripreso in Italia da SIR Europa.