Un anno con Papa Francesco

Città del Vaticano – “Oggi il Papa non fa niente di speciale e di diverso dagli altri giorni. Prega”. A parlare è il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi rispodendo alle domande dei giornalisti su come trascorrerà il primo anniversario della sua elezione a Papa. Il pontefice è ad Ariccia nella Casa dei Paolini dove sta seguendo gli esercizi spirituali con i cardinali e i vescovi di Curia. Intanto molti analisti stanno ripercorrendo i principali avvenimenti e il significato di questi 365 giorni di pontificato del Papa che i cardinali sono andati a prendere “dalla fine del mondo”. In parte lo faremo anche noi anche se non potremo essere esaustivi perché sarebbero molte le cose da dire per raccontare un anno intenso e durante il quale Jeorge Mario Bergoglio ha parlato di una chiesa con al centro la figura di Cristo morto e risorto, una “Chiesa in uscita… dalla propria comodità” con “il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”, come ha scritto nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium e di una Chiesa che diventi “un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. Ecco perché, ha scritto il Papa, ogni Chiesa particolare è esortata “ad attuare un deciso processo di discernimento, purificazione e riforma”, una Chiesa in ascolto degli “innumerevoli segni, spesso manifestati in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita” che emergono nel mondo contemporaneo. Una chiesa che deve rispondere ai bisogni dei fedeli. Un Papa che nei giorni scorsi in una intervista al direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli (terza intervista dopo quella rilasciata a “La Repubblica” e a “La Stampa”) si definisce “un uomo normale e mi piace fare il prete”. Un papa che in questo anno ha sempre invitato alla sobrietà, all’essenzialità del Vangelo tenendosi lontani dalle lotte per il potere. “Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per gli spazi, penso: “Ma questa gente gioca a fare Dio creatore, ancora non si sono accorti che non sono Dio?””, ha detto a braccio mercoledì delle Ceneri sottolineando che la Quaresima “non si riduce a forme esteriori o a vaghi propositi”, ma è una conversione che “coinvolge e trasforma l’ intera esistenza”. Proprio al Corriere della Sera ha detto di evitare di raccontare un papa “superman”: non gli va a genio “una certa mitologia di Papa Francesco”: “quando si dice per esempio che esce di notte per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente”, ha spiegato al direttore del principale quotidiano italiano, confermando quando già detto in varie occasioni dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. “Dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale”. La stessa normalità con la quale sì è affacciato dalla loggia di San Pietro il 13 marzo scorso con quel “fratelli e sorelle, buonasera” e con il quale inaugurava con nuovo stile fatto di piccole cose come la scelta di non vivere nell’Appartamento pontificio ma a Casa Santa Marta. Un pontificato iniziato, il giorno dopo l’elezione, con una visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore e due giorni dopo con l’incontro con i giornalisti nell’Aula Paolo VI quando ha espresso il desiderio di una Chiesa povera e per i poveri. E il 19 marzo durante la messa di insediamento, davanti a 132 delegazioni provenienti da tutto il mondo, ha esortato a non aver “paura della tenerezza”. Il 23 marzo l’incontro storico a Castel Gandolfo con il papa emerito, Benedetto XVI. Un incontro che si è ripetuto poi in altre occasioni. E poi ancora la celebrazione del Giovedì Santo nel carcere minorile di Casal del Marmo a Roma dove lava i piedi anche a due ragazze, una di religione musulmana. A luglio, pochi mesi dopo la sua elezione, la prima enciclica “Lumen Fidei” scritta a quattro mani con il predecessore: “assume” il lavoro di Ratzinger e lo integra. Il credente, scrive Bergoglio, “non è arrogante. La fede non è una verità che si può imporre”. Lo stesso giorno firma il decreto per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e di Giovanni XXIII. Entrambi saranno canonizzati nella stessa data: il 27 aprile. L’8 luglio la prima visita fuori Roma a Lampedusa per ricordare i tanti migranti che hanno perso la vita in mare: “Dio ci giudica da come trattiamo gli immigrati”, scrive in un messaggio sul web. Sempre a luglio la Giornata Mondiale della Gioventù con oltre due milioni di giovani in Brasile. Il 4 ottobre è in visita ad Assisi, sulla tomba di San Francesco, patrono d’Italia. Il 26 novembre l’”Evangelii Gaudium”, l’esortazione apostolica a conclusione dell’anno della fede. Un documento considerato da molti la sua prima enciclica e che rappresenta il manifesto programmatico del suo pontificato. Il 22 febbraio scorso la creazione di 19 nuovi cardinali con la partecipazione, nella Basilica di San Pietro, del papa emerito, Benedetto XVI, la prima volta dopo la rinuncia al pontificato. E ancora la nomina di “uomo dell’Anno 2013” da parte del “Time” e la candidatura, di qualche giorno fa, a Premio Nobel per la Pace. (Raffaele Iaria)