Ismu: nell’Europa a 27 gli immigrati sono 34 milioni

Milano – Secondo elaborazioni Ismu su dati Eurostat, nell’Unione Europea a 27 al 1° gennaio 2012 su mezzo miliardo di abitanti 34 milioni erano gli stranieri, pari dunque al 6,8% della popolazione totale. Per la precisione, però, nell’area dell’Unione a 15 si concentrano 400 milioni di abitanti di cui 32 milioni sono stranieri (l’8,1%), mentre nei 12 Paesi neocomunitari dell’Est gli stranieri sono meno di 1,7 milioni pari all’1,6% di una popolazione poco superiore ai 100 milioni di abitanti. Alla stessa data in Svizzera, Paese su cui si è di recente concentrata l’attenzione mediatica per il cosiddetto “referendum anti-immigrazione”, gli stranieri sono invece quasi un quarto della popolazione totale (22,8%), oltre 1,8 milioni su una popolazione di meno di 8 milioni. Escludendo le piccole realtà del Lussemburgo (230mila stranieri su 525mila abitanti, il 43,8%) e di Cipro (172mila su 862mila, il 20,0%) e in seconda battuta quelle pure piccole e con tanti “stranieri di confine” come Lettonia ed Estonia (rispettivamente con 333mila stranieri su 2 milioni, il 16,3%, e 207mila su 1,3 milioni, il 15,5%, spesso russi) e Irlanda (549mila su 4,6 milioni, il 12,0%, spesso britannici), il record d’incidenza di stranieri negli Stati dell’Unione è riferibile all’Austria, con 948mila su 8,4 milioni di abitanti, pari all’11,3%. Il primo grande Paese europeo per incidenza di stranieri, dietro l’Austria, è la Spagna, con 5,2 milioni di non spagnoli su 47 milioni di abitanti, l’11,2%. Seguono il Belgio (1,2 su 11 milioni, l’11,0%), la Germania (7,4 milioni su 80, il 9,2%) e la Grecia (975mila su 11 milioni, l’8,8%). L’Italia segna un valore esattamente in media con quello dell’area dell’Unione Europea a 15, con 4,8 milioni di stranieri su 59 milioni di abitanti, e precede tra gli altri Regno Unito (pure 4,8 milioni di stranieri ma su 63 milioni di abitanti) e Francia (ormai solo, in base al criterio della cittadinanza, 3,9 milioni di stranieri su 65 milioni di abitanti) che però hanno già avviato processi di naturalizzazione dei propri immigrati ben superiori a quelli italiani. In Polonia solamente lo 0,1% della popolazione è di cittadinanza straniera, così come lo 0,2% in Romania, lo 0,5% in Bulgaria e lo 0,7% in Lituania. Il Paese dell’Unione Europea a 15 membri con la minor quota di stranieri è invece la Finlandia (3,4%) davanti al Portogallo (4,2%), mentre quello neocomunitario con l’incidenza maggiore è la Slovenia (4,2%) davanti alla Repubblica Ceca (4,0%).