Slovacchia: documentario sui rom da record

Roma – “Quando ho visto la notizia dell’insediamento rom dato alle fiamme qualche tempo fa nella parte orientale della Slovacchia, mi sono detto: poco male, ci saranno in giro alcuni di loro in meno. Ora mi vergogno di quell’atteggiamento”. “Prima ero assolutamente indifferente alle informazioni sulla povertà dei rom ma dopo aver visto questo film non posso chiudere gli occhi trovandomela faccia a faccia”. Sono solo due delle molte reazioni degli spettatori che hanno visto il documentario “All my children”, proiettato nelle settimane scorse nei cinema di tutto il Paese. La pellicola presenta la figura del sacerdote cattolico Marián Kuffa e il suo servizio in mezzo a uno dei gruppi più emarginati di cittadini slovacchi. Il numero degli spettatori ha superato ogni aspettativa: durante la prima settimana di proiezione – informa Sir Europa – quasi cinquemila persone hanno visto questo commovente documentario, infrangendo ogni record. “Siamo molto contenti, questo dimostra che la Slovacchia è piena di persone buone e altruiste che hanno a cuore la sorte di coloro che soffrono”, commenta il regista Ladislav Kaboš. “Il film mostra soltanto il lavoro e l’impegno di un singolo sacerdote in un insediamento rom, ma dobbiamo renderci conto che ci sono almeno 150 altri insediamenti di questo genere che meritano l’attenzione delle autorità e di ciascuno di noi”, prosegue Kaboš, esprimendo la speranza che il documentario possa stimolare un aiuto concreto ai membri del gruppo etnico rom, che vivono soprattutto nella parte orientale della Slovacchia.