Gli ucraini in Italia ringraziano la Chiesa italiana per la preghiera e la vicinanza

Roma – Gli immigrati ucraini in Italia seguono con preoccupazione quanto in questi tre mesi sta accadendo nel loro Paese, prima a Kiev e adesso in Crimea. In diverse città italiane, seguendo l’appello di Papa Francesco, i vescovi e le comunità cattoliche ucraine, con i loro 50 cappellani, stanno accompagnando con momenti di incontro e di preghiera i drammatici eventi. Su invito della Conferenza episcopale italiana ieri la preghiera per la pace si è estesa a tutte le parrocchie italiane. Una iniziativa molto apprezzata dalla comunità grecocattolica ucraina nel nostro Paese. Il coordinatore Migrantes degli ucraini greco-cattolici in Italia, don Marco Semehen, esprime gratitudine alla Chiesa italiana e al suo presidente, il cardinale Bagnasco per l’iniziativa e a tutti i vescovi che in queste settimane hanno promosso e partecipato a momenti di preghiera per il “nostro popolo”. L’iniziativa promossa dalla CEI ha “per noi un senso profondo di fraternità e di particolare attenzione ai migranti presenti in Italia e sicuramente di vicinanza alle famiglie ucraine che continuano a vivere una situazione difficile anche a causa degli eventi in Crimea. Non sappiamo che scenari si possono presentare – afferma il sacerdote –: ci affidiamo al Signore chiedendo che non sia la guerra a farla da padrona ma si trovi presto una soluzione pacifica che porti all’unità del Paese”. Solidarietà e vicinanza è stata sottolineata da tutte le comunità etniche in Italia attraverso i loro coordinatori cattolici nazionali riuniti questa settimana a Roma, presso la sede della Migrantes. “È ovvio che se si arriva ad un conflitto militare questa guerra non si limiterà certamente ai confini della Crimea” e di questa guerra «gli echi si sentiranno anche in Europa», spiega Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, impegnata in ambito culturale e ricreativo e a difesa della tutela e della promozione dei diritti. La speranza è che la comunità internazionale «parli una unica lingua per convincere la Russia di Putin a ritirare le truppe e tornare al tavolo del dialogo ». In Ucraina, aggiunge, «non si erano mai verificati conflitti a base etnica o linguistica. Abbiamo sempre convissuto in pace insieme”. L’associazione sta promuovendo in tutta Italia manifestazioni di piazza, davanti all’Ambasciata russa di Roma e ogni domenica una rappresentanza è in Piazza San Pietro per pregare per la pace. (R. Iaria)