Migrantes: una nuova cultura e tutela del lavoro dei migranti

Roma – “In Italia occorre non dimenticare le tragedie di Rosarno, Firenze, Lampedusa, Prato e lavorare perché sempre al centro della politica migratoria, aldilà delle necessarie e auspicate revisioni, sia salvaguardata la dignità dei migranti e delle loro famiglie”. Lo ha detto questa mattina mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra domenica 19 gennaio. Mons. Perego cita la tragedia di Prato, città con 6500 imprese tessili di cui 350 di cinesi, con i 7 lavoratori arsi vivi nella fabbrica dove erano rinchiusi e dove lavoravano a 40 centesimi a capo finito, notte e giorno, senza turni, festività, riposo settimanale, riconoscimento della malattia: una tragedia “dimenticata troppo velocemente”. “Dietro questa tragedia – ha sottolineato si riconosce purtroppo la caduta di tutela del lavoro e dei lavoratori immigrati oggi in Italia, in diversi comparti lavorativi che non può essere giustificata anche in tempo di crisi”. Il direttore di Migrantes ha citato anche il caso Lampedusa, una isola che è “stato il segno più evidente da una parte della straordinaria solidarietà delle persone, famiglie, della parrocchia e delle associazioni, ma anche della vergognosa incapacità dell’Italia e dell’Europa di organizzare i propri luoghi di confine più esposti all’incontro con chi è in fuga dall’Africa e dal Medio Oriente”. Nel suo intervento mons. Perego ha ricordato anche le discriminazioni sul lavoro e il tema della tratta, sottolineando che gli strumenti dell’Unar e del Dipartimento delle Pari opportunità “di fatto sono insufficienti a rilevare e fotografare una situazione. Nuovi strumenti e percorsi, con la valorizzazione anche della rete del mondo dell’associazionismo, del sindacato e del volontariato sono necessari e in più direzioni”. Domenica prossima, con Papa Francesco – ha concluso – “nelle nostre parrocchie siamo invitati a una preghiera comune e a condivisi gesti di solidarietà, perché il mondo dei migranti e della mobilità umana, delle minoranze rom e sinte, della gente dello spettacolo viaggiante sia almeno per un giorno al centro della comunità, nello spirito della preferenza ai poveri e agli ultimi a cui Papa Francesco ci ha abituato, superando le facili paure e discriminazioni nei confronti dello straniero anche con un lavoro di informazione, ricerca, formazione e progettazione”. (Raffaele Iaria)