Mons. Mattiazzo: tutti chiamati a costruire la stessa Chiesa

Padova –  Mani che ritmano il tempo di «Glory be to God in the highest» per un alleluia che riunisce e fa incontrare tutti i popoli.  Al tempio della Pace di Padova, monumento che custodisce migliaia di morti della prima e seconda Guerra mondiale, per la quarta volta il vescovo Antonio Mattiazzo ha presieduto la celebrazione della «Festa delle genti» nella solennità dell’Epifania, in un mix di espressioni tipiche delle diverse etnie, che hanno animato e colorato la liturgia di musica, danze, gesti di gioia e condivisione. Una scelta che la Chiesa di Padova porta avanti da anni, riunendo i cattolici di diverse provenienze in questo luogo simbolico a due passi dalla stazione – spazio di transito di arrivi e di partenze – e dalle Cucine economiche popolari. Assieme al vescovo, il delegato Migrantes, il vicario cittadino e i preti che seguono le diverse comunità etniche cattoliche (romeni, cinesi, africani anglofoni e francofoni, brasiliani, filippini, indiani, polacchi, romeni grecocattolici, sri-lankesi). Tra i banchi alcune centinaia di fedeli in un incrocio di culture e tradizioni, contraddistinte da piccoli segni: un cappello, un drappo, una camicia ricamata…
«Questa celebrazione –  ha ricordato don Elia Ferro, parroco del Tempio e delegato per la Pastorale Migrantes – è anche occasione di preparazione alle centesima Giornata del migrante del 19 gennaio che ci aiuta a dire insieme la nostra fede, migranti, rifugiati, residenti». «Vi porto nel cuore con tanto affetto e amore » ha esordito nell’omelia il vescovo Mattiazzo, ricordando la citazione paolina che accompagna l’anno pastorale della Chiesa padovana (Fil 1,7) e sottolineando come l’Epifania, manifestazione di Gesù, nato nel nascondimento, sia festa che chiede di radunare le genti: «Dio entra silenziosamente nel mondo, a riconoscerlo sono gli umili»; ma i Magi, che rappresentano tutti i popoli, vengono ad adorarlo e lo riconoscono re e Signore. Così «è importante oggi radunarsi insieme, tutti i popoli presenti a Padova, perché il Signore ci chiama a far parte dell’unica Chiesa cattolica».