Reggio Calabria: Domenica prossima la diocesi di Reggio Calabria-Bova, celebra la Giornata del Migrante e del Rifugiato. Pur se, per effetto della crisi economica, i flussi migratori hanno fatto registrare sensibili flessioni, la giornata è un evento ecclesiale che ripropone i temi dell’integrazione e dell’accoglienza sempre più presenti nella società civile, spiega una nota. Nella diocesi calabrese è particolarmente attivo il Centro Migrantes, diretto da padre Bruno Mioli. La celebrazione, presieduta dall’arcivescovo mons. Vittorio Mondello, si svolgerà nella Chiesa di S. Agostino con la partecipazione di una folta rappresentanza di immigrati cattolici. “L’anno prossimo – ricorda p. Mioli – saremo a cent’anni da quando San Pio X, nel 1914, ha istituito questa giornata per richiamare l’attenzione, la solidarietà e la preghiera degli italiani verso i loro connazionali che ogni anno a centinaia di migliaia (nel 1906 ne sono espatriati 870.000), come fiumana incontenibile, lasciavano il nostro Paese, diretti oltralpe e oltreoceano in cerca di lavoro e di sopravvivenza”. La Giornata – aggiunge – è nata come nazionale, “un po’ alla volta si è trasformata in mondiale; tuttavia mantiene marcata questa connotazione originaria, perché gli esodi dall’Italia, soprattutto di giovani del Sud, continuano a ritmo sostenuto e vanno ad aggiungersi agli oltre 4 milioni di nostri concittadini,con passaporto italiano, che tuttora cercano sistemazione fuori dei nostri confini. La Calabria ha la sua buona parte, perché sono 360.000 i cittadini calabresi attualmente all’estero, ossia il 17,9% della popolazione calabrese. Ai nostri giorni tuttavia l’attenzione maggiore non va agli italiani emigrati, bensì agli stranieri immigrati nel nostro Paese; sono qualcosa più di 5 milioni, pari all’8,2% della popolazione globale, giunti tra noi in grande maggioranza nel primo decennio del 2000 a un ritmo accelerato, che soltanto l’acuta crisi economica degli ultimi anni ha rallentato fin quasi ad azzerarlo. Almeno per ora, dicono concordemente sociologi e demografi, ma c’è da attendersi che prima o poi abbia a riprendere in Italia come nel resto dell’Unione Europea”.