GMM: per mons. Cantafora lo sfruttamento lavorativoè “una grave offesa”

Lamezia Terme – Il Vescovo di Lamezia Terme, mons. Luigi Antonio Cantafora, ha celebrato ieri sera una celebrazione eucaristica alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
Mons. Cantafora ha ricordato come la Chiesa, nell’insegnamento della Gaudium et Spes, cammini insieme a tutta l’umanità. Il Vangelo di Luca dice che il popolo è in attesa. “Noi siamo in attesa – ha detto il – di quel grande compimento della storia, sia personale che del mondo intero, che Cristo realizzerà alla fine dei tempi.  La gioia del Natale, ha reso la nostra attesa non vuota e infondata, ma reale e sicura. Cristo venuto nell’umiltà della natura umana, ritornerà nella gloria”.
Il tema scelto dal Papa per questa giornata – ha ricordato il presule – è “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”. “Fede e speranza – ha proseguito mos. Cantafora – – sono presenti nel cuore di tantissimi migranti. In ogni migrante è vivo il desiderio di una vita migliore, numerose volte unito alla volontà di lasciarsi alle spalle la ‘disperazione’ di un futuro impossibile da costruire. Ogni uomo quando migra, parte con la profonda fiducia che Dio non abbandona mai la sua creatura. Fede e speranza, dunque, riempiono spesso il bagaglio di coloro che emigrano”.
Mons. Cantafora ha ribadito che molte “sono le questioni che preoccupano la Chiesa. Ogni persona, in quanto tale, ha diritto a vivere dignitosamente nella propria patria, ma ha anche il diritto di migrare e di essere accolta. In una terra come la Calabria, che conosce l’immigrazione e l’emigrazione, questa giornata assume un significato del tutto particolare. Noi vi accogliamo e salutiamo, – ha detto riferendosi agli immigrati – ma allo stesso tempo sappiamo anche di dover salutare tanti nostri giovani e tante nostre famiglie che non trovano qui a Lamezia, possibilità per il loro futuro. A tutti, come Chiesa siamo vicini! Una piaga ci preoccupa grandemente, in quanto è fonte di pericolosa ingiustizia, ovvero lo sfruttamento dell’immigrazione irregolare”
Il Vescovo ha poi ribadito con forza la condanna verso lo sfruttamento: “il lavoro degli immigrati ha la stessa nobiltà e dignità del lavoro di ognuno, e deve essere valorizzato, salvaguardato e difeso. Il suo sfruttamento è una grave offesa a Dio e all’uomo.»
Il vescovo ha poi rivolto un saluto particolare alla Fondazione Migrantes e alle suore Scalabriniane ed ha concluso citando Paolo VI, che diceva “nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano”.La giornata del Migrante è stata organizzata dall’Agenzia di Mediazione Culturale nata con lo scopo di favorire l’incontro, il dialogo e la collaborazione tra persone, famiglie e popolazioni con vissuti e culture differenti. Attiva da circa sei anni, l’Agenzia pone l’attenzione al bisogno di ascolto, sostegno e accompagnamento di persone straniere e anche italiane appartenenti a minoranze etniche.