Minori immigrati: “Siamo soli, aiutateci”

Milano – Non hanno ancora 18 anni. Ma alla maggiore età ci arriveranno tra gli incubi per i pericoli scampati e la paura del futuro. Intanto se ne stanno a Lampedusa, in un limbo che in una lettera descrivono come a un inferno dei piccoli: “Di notte accadono cose brutte”. Lo hanno spiegato attraverso una drammatica lettera indirizzata alle autorità italiane e all’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur).
“Siamo a Lampedusa da 24 giorni (uno di noi da 45 giorni)”, spiegano 18 eritrei e un somalo, fra i 15 e i 17 anni.
“Il primo problema è che non ci sono abbastanza medici. Uno di noi ne aveva bisogno e non ha avuto risposta. I primi 15 giorni siamo rimasti con una coperta senza materassi. Dal bagno arriva l’acqua nella stanza e non ci fanno pulire”.
Presi in mezzo dalle regole dei sorveglianti e dai soprusi degli adulti, ai ragazzini non resta che sperare in una via d’uscita. “La notte di Natale la nostra stanza è stata presa da altri appena arrivati – raccontano –, che hanno buttato fuori tutte le nostre cose. Abbiamo dovuto dormire all’aperto. Non abbiamo passato un buon Natale”.
Il messaggio è stato consegnato attraverso Save the Children. Tutte le notti – aggiungono nella missiva – succede qualcosa di brutto. In Italia ci aspettiamo di poter studiare e trovare poi un lavoro, chi per mantenere la famiglia, chi per trovare la pace e l’indipendenza”. Alcuni di loro sostengono di avere familiari in Europa: “Chiediamo di fare tutto il possibile per farci restare qui meno tempo possibile e farci partire”.
La situazione, in quell’appiglio verso la salvezza che è l’isola di Lampedusa, per le donne e i giovanissimi è sempre difficile. “Negli ultimi cento giorni sono oltre 300 i minori migranti arrivati – ricorda Save the Children in una nota –. Attualmente sono 36 i minori non accompagnati (26 eritrei, 1 somalo, 2 del Gambia, 2 della Guinea e 5 del Mali) con un’età compresa tra i 15 ed i 17 anni”. Anche se le condizioni di accoglienza sono migliorate, grazie anche alla riparazione dei servizi e all’arrivo di materassi nuovi, “la maggior parte dei minori non accompagnati – denuncia l’organizzazione – non ha ancora un posto letto”.
Tutto a pochi giorni dall’ordinanza di Protezione civile del 28 dicembre 2012, con cui è stata dichiarata conclusa l’emergenza umanitaria scaturita dall’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa. Per Save the Children a pagarne le spese saranno i minori, poiché si “ignora la reale situazione sul terreno e non dà garanzie di loro adeguata protezione né assicura la necessaria copertura economica per la loro accoglienza”. Dal primo gennaio, infatti, “non siamo più neanche in grado di garantire a questi ragazzi l’adeguata accoglienza nelle strutture che, per legge, dovrebbero ospitarli e proteggerli sulla terraferma”. (N. Scavo – Avvenire)