Milano – La Corte d’Appello di Milano ha respinto ieri il ricorso dell’Ufficio nazionale del servizio civile, contro la sentenza dello scorso 9 gennaio che apriva il bando nazionale anche ai giovani stranieri e che aveva dato ragione all’appello di un giovane ragazzo di origini pachistane. Sul tema il Ministro Riccardi, che ha le delega al servizio civile, si è sempre detto favorevole, ma anche vincolato dalla legge rispetto al requisito della cittadinanza italiana per partecipare ai bandi volontari. Ora la sentenza, di cui ha dato notizia “Redattore Sociale”, che riapre tutta la questione in vista del prossimo bando nazionale annunciato per la prossima primavera. L’Associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione (ASGI) e Avvocati per niente (APN), che hanno sostenuto il primo ricorso hanno annunciato che “La Corte d’Appello ha respinto il ricorso del Ministero, confermando il carattere discriminatorio del requisito della cittadinanza per l’accesso ai Bandi per il servizio civile e ribadendo quindi l’illegittimità della esclusione degli stranieri”. “A seguito di tale conferma – proseguono le due associazioni – il Ministero dovrà conformarsi, nell’indizione del nuovo bando previsto per il prossimo mese di febbraio, alla pronuncia della Corte e dovrà pertanto eliminare qualsiasi clausola di limitazione ai soli italiani, non essendo consentito a nessuno, tanto meno alla Pubblica Amministrazione, reiterare un atto che i Giudici hanno dichiarato discriminatorio”. ASGI e APN invitano quindi il Ministero ad attenersi alla autorevole decisione della Corte e “auspicano comunque una modifica dell’art. 3 del d.lgs. 77/2002 che, fugando ogni eventuale residuo dubbio, chiarisca definitivamente il diritto degli stranieri regolarmente soggiornanti a adempiere al dovere di solidarietà previsto dall’art. 2 Cost. mettendosi, ove lo ritengano, a disposizione della collettività per lo svolgimento del servizio civile”.