A New York debutta i-Italy

New York – Esplorare e far conoscere l’italianità di New York. E’ questa, in sintesi, l’essenza di i-Italy/NY, il neonato magazine pensato e diretto da Letizia Airos al suo esordio nella Grande Mela. Rigorosamente in lingua inglese e indirizzato al folto pubblico americano con la passione per l’Italia, i-Italy/NY è una costola di www.i-Italy.org, il portale multimediale dedicato a tematiche legate al Belpaese attivo sulla rete dal 2008. “Questo è un magazine col cuore” spiega Airos in un editoriale pubblicato sul numero di dicembre del mensile, il primo della nuova iniziativa editoriale. “Tutti coloro che vi hanno lavorato – prosegue il direttore responsabile – condividono la passione per l’Italia, specialmente per quella che esiste al di fuori dei confini nazionali”. Sentimento ma anche progettualità quindi per un progetto che sembra sfidare le dinamiche editoriali attuali. L’obiettivo è creare una sorta di “stretta sinergia” tra media: “Il sito si trasforma ora in un vero e proprio network editoriale multicanale che abbraccia il web, la stampa, la TV e il cellulare”, dice Letizia. Contestualmente al lancio del mensile cartaceo, infatti, è stato inaugurato un programma televisivo settimanale su tutto ciò che c’è di italiano a New York. Un sorta di “gemello” per il piccolo schermo trasmesso su Nyc Life-Channell 25, ovvero la stazione tv ufficiale del comune di New York. La presentazione della doppia iniziativa è avvenuta al Consolato generale di New York, nel corso di un dibattito sul concetto di italianità all’estero, in cui sono intervenuti il Console Generale, Natalia Quintavalle, Jovanotti, il designer Massimo Vignelli, il direttore della Casa Italiana della New York University, Stefano Albertini, il conduttore dello show televisivo i-Italy/NY, Riccardo Costa, e la stessa Airos. Il direttore ha inoltre rivolto un ringraziamento particolare ad Anthony J. Tamburri, Preside del Calandra Italian American Institute del circuito universitario pubblico, Cuny (con cui come con Nyu c’è una grande intesa) che ha sostenuto il progetto i-Italy dal primo giorno, “quando ancora pochi credevano nella sua fattibilità”. Il dibattito è stato condotto dal giornalista e scrittore americano Fred Plotkin, profondo conoscitore dell’Italia e collaboratore di importanti testate newyorkesi. “Quando sono a New York mi sento molto più italiano di quando sono in Italia, perché questa è una città che favorisce incontri, diversità, contaminazioni, insomma che mischia”, racconta Lorenzo Cherubini, protagonista della storia di copertina del primo numero. Secondo l’artista, che ha deciso di trascorrere un anno nella Grande Mela, la vera sfida è “aprirsi, essere meno italiani per essere più italiani”. Tra i sostenitori del progetto, definito “coraggioso” dal console Quintavalle, ci sono anche Giovanni Colavita e John Profaci (Colavita Usa) che hanno sponsorizzato la prima stagione dello show televisivo, oltre a Nicola Farinetti e Dino Borri di Eataly, il maxiemporio del distretto “Flatiron” dove la rivista viene distribuita gratuitamente come in tante librerie, gallerie italiane di Soho, ristoranti, pub, scuole, centri universitari ed istituzioni. E’ di circa 60 mila il target di copie in circolazione gratuita, grazie a un progetto che si fonda su finanziamenti di istituzioni e privati, oltre alla pubblicità. i-Italy, nasce nel 2008 nell’ambito di un progetto di formazione europea destinato a durare sei mesi, ma che grazie alla portata innovativa, al sostegno ottenuto e alla formula del no-profit, da quattro anni è uno dei protagonisti dell’italianità newyorkese e non solo. (F. Semprini-La Stampa.it)