Roma – “La triste vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che l’intera Nazione segue con apprensione e affetto, insegna che la pirateria marittima, tristemente d’attualità, è un fenomeno crescente nelle acque del globo” che oltre a provocare danni al sistema economico suscita preoccupazione per “la vita di marinai, marittimi, pescatori e delle loro famiglie messe a rischio dai pirati e provate da tensione e paura che perdurano anche per lungo tempo”. Lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, che oggi nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, ha celebrato una messa per la festa di Santa Barbara patrona della Marina militare, dell’Arma di Artiglieria, dell’Arma del Genio e dei Vigili del Fuoco. Sul tema della pirateria mons. Pelvi ha rimarcato che “si nota un incremento della violenza nella gestione degli ostaggi, si prolungano i tempi di detenzione e la capacità dei sequestratori di resistere nella gestione delle trattative”. Per il vescovo “non bastano le armi per difendere con maggiore decisione le navi e gli equipaggi. Di fronte a pirati senza scrupoli che non hanno nulla da perdere – ha affermato mons. Pelvi – si esige la promozione di un dialogo possibile e di una collaborazione risolutiva tra gli Stati affinché si impegnino a sconfiggere la povertà e il sottosviluppo restituendo una speranza di vita alle popolazioni, mostrando così altre vie di sopravvivenza oltre a quella criminale della pirateria”. Rivolgendosi, in conclusione, alla famiglia marinara il presule ha esortato “ciascuno a sentire come proprio dovere di coscienza l’impegno etico della solidarietà, che non è un sentimento di vaga compassione, ma la determinazione ferma e permanente di impegnarsi per il bene comune. Dobbiamo acquisire uno stile di vita più sobrio, più ricco di condivisione e di convivialità. L’impegno della Marina Militare potrà immettere un’anima spirituale e un saldo fondamento etico nelle decisioni e istituzioni economiche, politiche e militari, necessarie nel prossimo futuro”. (SIR)