Mons. Milito: da ogni famiglia che può una coperta per i “fratelli” immigrati

Palmi – Dare una coperta per un fratello immigrato. E’ quanto chiede il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito, all’inizio dell’Avvento. “Al freddo e al gelo” nelle tendopoli e nelle baracche oggi è “ancora lui che soffre nei fratelli immigrati”, afferma il presule calabrese nel messaggio per l’Avvento chiedendosi sé è “ammissibile” e “concepibile, ancora la riproposizione di una scena così grave? Ve lo confido come un padre, che avverte acute le emergenze dei suoi figli e chiede ai fratelli di non dimenticarsi di farsi prossimo degli altri che soffrono: mi aspetto che scatti un moto immediato di solidarietà efficace”. L’appello di mons. Milito cade in un periodo in cui le previsioni meteorologiche, recanti notizie di peggioramento delle condizioni atmosferiche “aggiungono un motivo in più all’urgenza di non perdere tempo. Se la risposta sarà tale da fronteggiare la pesante indigenza dei nostri fratelli immigrati, a Natale, quando riecheggeranno nelle nostre Chiese e per il mondo le parole rivelatrici del suo mistero ‘E il Verbo si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi’, saranno pienamente concrete”. “Le precarie condizioni, in cui continuano a versare gli immigrati, che servono al lavoro, ma che il lavoro, per complessi ma evidenti motivi, non riesce ad elevare – afferma il vescovo – non può lasciarci assolutamente indifferenti”.
In quest’Anno della fede, in “modo particolare ma non esclusivo, la fede dei credenti – scrive – nel Dio-uomo, se non vuol essere diagnostica in stato di agonia, ma riconosciuta in buona salute, ha da esplodere attiva, urgente, immediata. Mentre quelle luci commerciali, con il loro tremolio danno un tocco di vita nelle tenebre, il tremolio di chi non ha di che coprirsi per difendersi dal freddo e dal gelo non può non provocare un gesto di aiuto, tanto stridente è lo scarto tra il mondo del benessere e quello del malessere”.
Mons. Milito cita le parole pronunciate lo scorso 30 novembre nella Basilica della Madonna dei Poveri a Seminara”la Basilica è vocata a sviluppare un patrimonio così ricco attraverso tutte quelle forme valide ed utili allo scopo. Sarebbe ben poco, tuttavia, questo aggancio al passato, se la pietas ecumenica non andasse di pari passo con la pietas economica, dell’attenzione, cioè, massima e permanente nei confronti della gravissima situazione, proprio in questi giorni tornata alla ribalta, in cui versano le migliaia di immigrati della Piana di Gioia Tauro”.
Il presule si rivolge, quindi agli organismi civili competenti, “senza latitanze, senza assenze e silenzi inspiegabili, senza rinvii tocca prendere in mano la situazione, rafforzare e completare gli interventi urgenti di prima necessità, a salvaguardia dei diritti primari della dignità e della salute”.