Immigrati nella Piana di Gioia Tauro: un appello per evitare l’emergenza

Gioia Tauro – Nella zona della Piana di Gioia Tauro continuano ad arrivare lavoratori stranieri; oltre un centinaio, non trovando “la consueta sistemazione nelle case diroccate del centro storico di Rosarno e negli opifici ormai dismessi, hanno iniziato ad accamparsi all’interno e all’esterno della tendopoli in condizioni precarie. Sono sorte circa 40 capanne di legno ricoperte con teli di plastica, da qualche giorno ha iniziato a piovere copiosamente ed il freddo comincia a farsi sentire”. E’ quanto si legge in un appello firmato dai comuni di San Ferdinando e Rosarno, dalla Caritas calabrese, dall’associazione “Il mio amico Jonathan” e dalla Comunità di Sant’Egidio. “In questo modo l’emergenza si crea”, sostengono sottolineando che “non si deve far diventare emergenza un fenomeno noto che si conosce e pertanto si può, anzi si deve, gestire”. Da qui la richiesta che “al più presto siano individuate soluzioni praticabili sia per far fronte a questa stagione che per programmare una gestione del fenomeno che è ciclico e quindi non è certo sconosciuto”. I firmatari dell’appello da mesi “sollecitano” un incontro con la Regione Calabria per affrontare questi problemi. Lo scorso anno alcune iniziative del Governo portarono all’apertura di una tendopoli nel Comune di San Ferdinando per l’accoglienza di circa 280 lavoratori stagionali, il risanamento del centro storico di Rosarno, occupato da centinaia di migranti: “sono state risposte iniziali che hanno realizzato interventi positivi per una situazione che da oltre quindici anni era andata sempre più degradandosi nella mancanza di gestione e nel disinteresse. Abbiamo con speranza visto – si legge nell’appello – l’inizio di un percorso nuovo per trovare soluzioni sia alla dura condizione dei lavoratori stagionali, che al settore del lavoro agricolo sempre più colpito dalla crisi generale. Questo percorso aveva bisogno di essere continuato”. Il Prefetto di Reggio Calabria ha convocato la Regione Calabria ma da questa “non è giunta nessuna risposta, c’è stata solo una semplice e fredda indifferenza. I vari incontri convocati in Prefettura a Reggio Calabria, sono stati puntualmente rinviati per l’assenza di un interlocutore fondamentale quale la Regione Calabria, segno questo, che fa pensare che allo stato attuale non ci sia l’intenzione di affrontare il problema”. Questo mentre la situazione “diventa ogni giorno più problematica