Roma – Individuare nuovi modi per comunicare il Vangelo nel mondo del mare: marittimi, pescatori, e rispettive famiglie. È l’obiettivo principale del XXIII congresso mondiale dell’apostolato del mare, che si è aperto questa mattina in Vaticano, nell’Aula del Sinodo. “La nuova evangelizzazione nel mondo marittimo (Nuovi mezzi e strumenti per proclamare la Buona Novella)” il tema dell’incontro, organizzato dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, al quale partecipano oltre 400 delegati provenienti da 70 Paesi. “L’evangelizzazione dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie non è diversa da quella di quanti appartengono ad altre categorie sociali”, ma “lo sviluppo tecnologico dell’industria marittima, i crescenti problemi riguardanti la vita e il lavoro dei marittimi, le sfide poste dalle nuove e spesso restrittive normative e la crisi economica mondiale fanno sì che l’apostolato del mare debba evangelizzare in condizioni piuttosto difficili”, ha detto il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, aprendo i lavori del congresso. “Nonostante tutte queste difficoltà – ha sottolineato il cardinale – il mondo marittimo è un terreno fertile per l’evangelizzazione. Le navi, infatti, navigano sui sette mari del mondo sostando da un porto all’altro trasportando non solo merci, ma anche equipaggi di diversa cultura, tradizione e religione e creando, per le persone di etnie diverse, l’opportunità d’incontrarsi e apprezzare le differenze. Equipaggi multinazionali vivono e lavorano nello spazio molto ristretto delle navi, lontani per mesi dalle loro famiglie e comunità cristiane, senza nutrimento per la loro fede, che è spesso come un ‘lucignolo fumante’”. Perciò, “la nuova evangelizzazione e l’Anno della fede invitano ogni cappellano e volontario dell’apostolato del mare ad approfondire la propria fede, a credere nel messaggio evangelico e ad andare avanti per proclamare il Vangelo a coloro che non lo conoscono e riaccendere così quel ‘lucignolo fumante’ con la testimonianza cristiana”. “Questa testimonianza cristiana – ha evidenziato il card. Vegliò – deve essere realizzata attraverso un ministero di presenza, servizio e solidarietà continui. Per i marittimi che arrivano in porti stranieri, lontano dalla città, la presenza di un centro dell’apostolato del mare con il cappellano e i volontari è sempre un faro di luce per loro che hanno navigato per settimane solo in compagnia di se stessi. Il servizio costante reso con amore per rispondere alle esigenze di tutti gli equipaggi, a prescindere da credo e nazionalità, porta speranza nei momenti di scoraggiamento”. Per il cardinale, “la solidarietà verso i marittimi sfruttati e abbandonati è espressione dell’amore di Cristo per tutti. Con la vostra vita, spesso senza dire una parola, voi siete operatori di evangelizzazione! La Chiesa apprezza il vostro lavoro, e vi è grata per quello fate”. A mons. Joseph Kalathiparambil, Segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, è toccato spiegare come sarà strutturato il congresso. Innanzitutto, “ogni giornata sarà dedicata a un tema specifico”. Una conferenza di base “aprirà i lavori del mattino e offrirà ai partecipanti elementi di riflessione sull’attività pastorale in corso e suggerimenti per incentivare e migliorare il nostro servizio, e di conseguenza, la vita dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie”. Seguirà “una tavola rotonda intesa a mettere a confronto alcune esperienze pastorali concrete sul tema specifico della giornata”. “Nel pomeriggio di martedì e giovedì – ha proseguito mons. Kalathiparambil -, ci potremo riunire nei gruppi di studio per analizzare le esperienze personali, presentare idee e progetti da sviluppare, successi e difficoltà”. È importante sottolineare, ha ricordato il segretario, che mercoledì prossimo ricorre la Giornata mondiale della pesca, che si celebra nel mondo ogni anno il 21 novembre: “Per tale occasione e in spirito di solidarietà, uniamo la nostra voce a quella di tante comunità di pescatori per invitare le Organizzazioni internazionali e i Governi a sviluppare norme che garantiscano un lavoro dignitoso, sicuro e produttivo. Soprattutto rivolgiamo un accorato appello affinché sia ratificata la Convenzione sul lavoro nella pesca, 2007 (n. 188) volta ad assicurare condizioni lavorative sicure e protezione sociale”. “Venerdì a mezzogiorno – ha aggiunto – il Santo Padre ci riceverà in udienza privata. Sarà un momento spirituale molto importante e profondo. Novant’anni dopo l’approvazione delle prime Costituzioni e della benedizione di questo apostolato da parte di Pio XI, papa Benedetto XVI riconfermerà il sostegno della Chiesa a questo nostro ministero missionario ed evangelizzatore, tanto essenziale per la gente del mare. Durante l’udienza chiederemo al Santo Padre di benedire una nuova immagine di Maria Stella Maris, dipinta con sembianze asiatiche dal pittore taiwanese Cheen Sheen”.