Marittimi: preoccupazioni della Chiesa per l’espandersi della pirateria

Città del Vaticano – Un crimine subdolo, molto difficile da affrontare, in continua espansione, che sta assumendo forme ancor più drammatiche per l’incremento della violenza contro gli ostaggi e il prolungamento della loro detenzione. È l’ennesimo grido d’allarme contro il fenomeno della pirateria lanciato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e gli Itineranti, ieri mattina, giovedì 8 novembre, a pochi giorni dal XXIII congresso mondiale in Vaticano sulla “nuova evangelizzazione nel mondo marittimo”. Occasione è stata la presentazione del programma e degli obiettivi nella Sala Stampa della Santa Sede, dal card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio, dal sotto-segretario Gabriele Ferdinando Bentoglio e dal responsabile dell’apostolato del mare Bruno Ciceri. I lavori si svolgeranno nell’aula del sinodo dal 19 al 23 novembre. Vi parteciperanno 410 esperti provenienti da 71 Paesi. Sono i dati a parlare della pirateria come di un fenomeno in crescita: nel 2010 i marinai rapiti sono stati 1.181, le navi sequestrate 53 e di queste 49 al largo della Somalia “che rimane il nodo più difficile da sciogliere”. Oggi “nelle mani dei pirati somali ci sono oltre una decina di navi e circa 200 membri di equipaggi di varie nazionalità. Nel 2010 sono stati segnalati 445 attacchi, con un incremento del dieci per cento rispetto al 2009”. Le aree in cui si verifica la maggior parte degli attacchi dei pirati, ha precisato Bentoglio “sono l’Oceano indiano e le acque adiacenti il Corno d’Africa”. Il congresso cercherà di affrontare questa tragedia anche attraverso testimonianze di vittime della pirateria — sarà presente tra gli altri Giuseppe Lubrano, capitano della Savina Caylyn, sequestrato dai pirati somali per undici mesi con i 22 membri del suo equipaggio — e di esperti nella gestione delle trattative di liberazione. Sarà anche l’occasione per confermare, ha spiegato Ciceri, la particolare vicinanza della Chiesa alle famiglie dei sequestrati. Il congresso tuttavia, come ha spiegato il cardinale Vegliò, affronterà anche alcune questioni riguardanti la giustizia sociale nel mondo marittimo, non esclusi gli «aspetti che oggi minacciano con particolare violenza la vita della gente di mare», circa 38 milioni di persone, a cominciare dalle condizioni di lavoro e dalle prospettive economiche, soprattutto in riferimento ai pescatori di professione. (Osservatore Romano)